Ein deutsches Requiem di Brahms ha richiesto al compositore una lunga gestazione. Questa magnifica opera sacra ebbe il pregio di far conoscere il compositore tedesco in tutta la Germania e nel resto dell’Europa.
“Ein deutsches Requiem” (Requiem tedesco) opera 45 di Johannes Brahms (Amburgo, 7 maggio 1833 – Vienna, 3 aprile 1897) fu concepito con l’organico tipico del grande oratorio romantico, anche se è privo dei caratteri distintivi di tale genere. Non è presente, cioè la dimensione del racconto, non sono inserite arie e neppure cori, manca anche l’azione drammatica.
Questo Requiem non ha nemmeno rapporti con la “Missa pro defunctis” della liturgia cattolica e non possiede neppure la teatralità del rito romano. Si tratta di un lavoro di natura filosofica più che religiosa. È un lavoro meditativo che non presenta contrasti drammatici; un’opera corale che rispecchia l’idea protestante della morte, intesa come passaggio a una vita migliore.
Brahms con questa composizione è in pratica più vicino agli oratori di Bach che agli effetti spettacolari del Requiem di Berlioz o di Verdi. Inoltre, a differenza dei suoi colleghi musicisti che si sono cimentati con la forma del Requiem, Brahms ha ideato la sua musica pensando esclusivamente ad esecuzioni concertistiche.
Il testo ha una forma piuttosto libera: è una sorta di personale collage attuato dal compositore stesso, traendo i brani dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Le parti sono scelte e montate da Brahms con l’intento di fornire a ogni movimento sostanza poetica e un significato preciso.
Il risultato finale è un affresco corale dotato di grande intensità espressiva, che si appoggia a precedenti esperienze: dal “Begräbnisgesang” op. 13 (Canto funebre) composto nel 1858, di cui riprende l’atmosfera cupa, alla “Cantata Rinaldo” op. 50, per l’uso particolare del coro e dell’orchestra.
I primi tre movimenti del Requiem tedesco sono raggruppabili in una grande descrizione delle miserie della vita terrena e della sua fragilità. Brahms introduce temi come la consolazione per i vivi, la confidenza nella bontà divina e l’attesa della resurrezione.
Negli altri quattro movimenti sono evocate: la felicità della vita eterna, la redenzione del mondo da parte di Cristo e la consolazione del Paradiso.
Il compositore ha costruito una struttura solida, dove predominando le tonalità maggiori. Inoltre, ha impiegato forme semplici nei movimenti estremi (I e VII in forma di Lied) e in quelli centrali (rondò nel IV movimento; semplice forma ternaria nel V); la scrittura poi è in generale statica, mentre l’orchestrazione non si avvale di colori brillanti.
Secondo il punto di vista di Brahms ad avere bisogno di sostegno e conforto sono i vivi, non i defunti, per questo il suo Requiem è pervaso dall’inizio alla fine da un tono di pace e consolazione che prende il via dalle prime note e si mantiene vivo sino all’ultimo brano. Nel finale il musicista riprende il numero iniziale, fornendo all’intera composizione una forma quasi ciclica.
Realizzare il Requiem tedesco richiese al compositore un lungo periodo di lavoro: dal 1854 sino al 1868.
L’idea iniziale si fa risalire alla morte dell’amico Robert Schumann (1810 – 1856), nel 1856, e al recupero di alcuni parti di una sonata per due pianoforti, in re minore, del 1854.
Successivamente, il progetto fu quasi sicuramente incentivato dalla morte della madre di Brahms, nel febbraio del 1865; a conferma di ciò, in quell’anno furono terminati tre dei sette movimenti (il primo, il secondo e il quarto). Nell’aprile del 1866, il musicista compose il terzo movimento, durante l’estate il sesto e il settimo.
Il 1° dicembre 1867 a Vienna furono eseguiti i primi tre movimenti, diretti da Johann Herbeck (1831 – 1877). Questa prima esecuzione fu un disastro. Per fortuna, Karl Reinthaler (1822 – 1896), maestro di cappella nel duomo di Brema, valutò che questa composizione fosse di una grande bellezza e ottenne di poterla eseguire in forma completa per la prima volta, il 10 aprile del 1868, il giorno del Venerdì santo, nel duomo di Brema.
Questa volta, il Requiem tedesco ottenne il successo meritato e fu replicato anche il giorno successivo. L’eco di questo trionfo consentì a Brahms di consolidare la sua notorietà in tutta la Germania e nel resto dell’Europa.
Al Requiem mancava però ancora un movimento: il quinto, per soprano solo e coro, “Ihr habt nun Traurigkeit” (Ora siete nella tristezza), che Brahms compose nei mesi successivi. Diretto da Friedrich Negar (1841 – 1927) ed eseguito il 17 settembre 1868 a Zurigo, in forma privata, l’ultimo movimento fu poi inserito all’interno del Requiem.
La versione integrale in sette movimenti fu eseguita per la prima volta il 18 febbraio 1969, al Gewandhaus di Lipsia, diretta da Carl Reinecke (1824 – 1910).
Movimenti
Coro – “Selig sind, die da Leid tragen” (Moderatamente lento con espressione)
Coro – “Denn alles Fleisch, es ist wie Gras“ (Allegro non troppo)
Baritono solo e coro – “Herr, lehre doch mich“ (Andante moderato)
Coro – “Wie lieblich sind deine Wohnungen“ (Moderatamente mosso)
Soprano solo e coro – “Ihr habt nun Traurigkeit“
Baritono solo e coro – “Denn wir haben hie keine bleibende Statt“ (Andante, vivace, allegro)
Coro – “Selig sind die Toten“ (Solenne)
Organico: soprano, baritono, coro misto, ottavino, 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, controfagotto ad libitum, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, bassotuba, timpani, 1 o 2 arpe, organo ad libitum, archi.