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Tanatologica(mente)

Un fantasma all’orto botanico

Costruito nel 1820 per volere di una Duchessa, questo luogo elegante e sacro porta con sè la narrazione di un fantasma, quello di Lucida Mansi.

L’Orto botanico di Lucca, costruito per volere della Duchessa della città, Maria Luisa di Borbone nel giugno 1820, occupa quasi 2 ettari ed ospita al suo interno innumerevoli esemplari di piante ed arbusti di origine anche esotica, tra cui sequoie, magnolie, tassi ed il cedro del Libano, presenti già dal XIX secolo.

Ciò che rende ancora più speciale questo luogo è però una leggenda che coinvolge, come principale protagonista, una dama anzi, il suo fantasma: Lucida Mansi.

Il suo spettro pare si aggiri in particolar modo nell’area di un laghetto, in totale nudità e bellezza senza eguali, proprio perchè – in virtù di una vita eterna e giovane – Lucida decise di donare la propria anima a Lucifero in persona, presentatosi a lei sotto forma di creatura umana maschile bellissima tanto da far paura quanto era bella.

Già in vita molto bella, era in realtà una donna spietata e crudele, poichè solita uccidere i propri amanti in modi cruenti (ovvero, facendoli cadere in alcune botole al cui interno erano posizionate lame appuntite).

Credits: Sito de Orto Botanico di Lucca – uno scorcio

Leggenda vuole che, vedendosi ormai invecchiare e totalmente disperata per l’irreversibile processo umano, comparve dinnanzi a lei un giovane, come poc’anzi citato, il Diavolo, il quale le propose – in cambio di una bellezza eterna e giovane – di donargli l’anima: in tal modo avrebbe visto tutti intorno a lei invecchiare e morire, ma lei no.

In tutto ciò, ovviamente, continuava ad eliminare i propri amanti, ovviamente.

A 30 anni di distanza dal patto stipulato, Lucifero tornò da Lucida per prendersi ciò che gli spettava: la fanciulla, impaurita tentò di ingannarlo nascondendosi sulla cima della torre del palazzo, poichè a mezzanotte egli le avrebbe preso definitivamente l’anima.

Era il 14 agosto 1646: il tentativo di scampare al proprio destino non andò in porto, poichè Lucida, cercando di bloccare la campana per non far scoccare la mezzanotte, non vi riuscì.

Il Diavolo la prese e la portò con sè su un carro di fuoco, immergendosi poi nel lago dell’Orto Botanico della città di Lucca.

Ed è proprio lì che, se ci si immerge la testa, si può vedere il viso pallido ed eternamente assopito di Lucida, così come si dice che durante le notti di plenilunio si possa vedere quella carrozza e sentirne le urla.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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