Uno dei modelli sicuramente più conosciuto ed utilizzato risulta essere quello di Elisabeth Kübler-Ross, psichiatra svizzera tra i maggiori esponenti dei Death Studies. Nel suo “La morte e il morire” (1969), testo pionieristico in merito alla psicotanatologia, Kübler-Ross ha esposto le cinque fasi conseguenti alla prognosi mortale.
Il lavoro di Kübler-Ross si concentrò molto sulla relazione medico-paziente nell’ambito ospedaliero e, in particolare, presso l’ospedale Billings della città di Chicago ebbe modo di approfondire alcune interviste a pazienti terminali. Si rivelerà capace non solo di un’estrema empatia e delicatezza nell’affrontare queste tematiche, ma anche di offrire un nuovo punto di vista nei confronti del paziente-malato in qualità di essere umano, e non solo di una mera “cartella clinica”.
Con le sue parole, riflettiamo in merito a quanto sia importante e necessario supportare il malato per accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. In questo modo, saremo capaci di affrontare insieme il tema che più di tutti ci impaurisce: la morte ed il morire, per l’appunto.
“E’ la negazione della morte che è parzialmente responsabile delle vite vuote e senza significato che la gente conduce; perché quando vivi come se dovessi vivere per sempre, diventa troppo facile posporre le cose che sai di dover fare“.
Elisabeth Kübler-Ross
Fase della negazione: caratterizzata dal rifiuto della realtà sia dai familiari che dal morente. Anziché essere travolto dal dolore, lo si nega;
Fase della rabbia: spesso proiettata verso parenti e conoscenti, la rabbia tuttavia risulta necessaria al dolore e al cammino verso la guarigione psichica;
Fase del patteggiamento: piano piano la persona comincia a riprendere in mano la propria vita. E’ però spesso legato al senso di colpa (“se solo avessi..”);
Fase delle depressione: La consapevolezza si fa via via più forte, soprattutto da parte del pazienta che ha ricevuto la breaking bad news. E’ una fase critica, in cui spesso si perde l’interesse nel parlare e confidarsi con gli altri;
Fase dell’accettazione: piano piano si comincia ad elaborare la realtà della propria condizione, verso l’accettazione. Le emozioni cominciano ad equilibrarsi e la persona inizia a “convivere” con la realtà, verso un processo di adattamento nuovo, verso una nuova luce.