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Curiosità Tanatologica(mente)

La morte di Pietra: il Lago Natron

Il fascino della pietrificazione dovuta ad una composizione naturale e letale che immortala tutti gli animali di passaggio, destinati a dimorare lì in eterno.

Il Lago Natron, in Tanzania, porta con sè un fascino tutto particolare ed unico nel suo genere, nonostante in realtà possa apparire – ed effettivamente appare – spettrale a coloro che hanno opportunità di vederlo con i propri occhi.

Situato nei pressi del vulcano Doinyo Lengai, questo lago occupa un’area di circa 60 chilometri e profondo poco meno di 3 metri ed è caratterizzato da colori che formano sfumature dal bianco (grazie al sodio) al nero (grazie alla carbonatite di sodio), dal rosa al rosso scuro, tenendo conto delle stagioni e dei periodi dell’anno.

Come mai risulta tanto particolare? Beh, per la sua composizione alcalina, ovvero un’elevatissima percentuale di carbonato idrato di sodio, conosciuto per l’appunto come Natron.

Questo composto naturale risulta essere nocivo e dunque letale per ogni anima animale che vi è di passaggio: molto usato in passato a scopi di conservazione dei corpi umani – imbalsamazione – il natron è stato scelto per le sue capacità di assorbire l’acqua.

Credits: Studio Rapido – Lago Natron

L’acqua del lago, vista l’elevata percentuale del composto, è in realtà trasformata in ammoniaca: con un pH tra i 9 ed i 10,5, stagna in una temperatura di circa 60°C!

E’ un ambient troppo caustico dunque per sopravviverci, tanto che basta sfiorare le acque per essere trasformati in statue di pietra, come succede a molti volatili e piccoli mammiferi, in una eterna posa dalle forme quasi eleganti, seppure spettrali.

Gli unici esseri capaci di sopravvivere in tale ambiente sono alcuni batteri (denominati cianobatteri che si nutrono della luce solare) i quali determinano il rosso scuro del lago Natron grazie al proprio pigmento.

Il fenicottero, grazie ad un peculiare strato corneo protettivo collocato sia sul becco che sulle zampe, risulta oltre ai batteri poc’anzi menzionati, l’altro ed unico essere capace di sopravvivere in questo luogo.

Credits: Garyne Villegasm

Qualora si fosse interessati a visitarlo, sembra che la stagione migliore sia tra luglio ed agosto, quando il lago si riempie di fenicotteri migrati lì per la riproduzione e nidificazione.

In tal modo è anche possibile osservare il Vulcano Doinyo Lengai e le vicine cascate Ngare Sero (dove si può anche fare il bagno).

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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