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Tanatologica(mente)

La morte nella fotografia di Witkin

Joel Peter Witkin risulta ad oggi tra i più grandi fotografi in vita a rappresentare il tema della vita e della morte, attraverso uno studio del corpo in modo affatto convenzionale e legato agli studi artistici da Witkin affrontati.

Nato nel 1939 lavorò come fotografo durante la Guerra del Vietnam, per poi dedicarsi alla fotografia come libero professionista e alla scultura, diplomandosi alla Cooper Union di New York.

La vita e le opere di Witkin sembra siano state influenzate da un episodio piuttosto crudo accaduto durante la sua infanzia, legato ad un incidente automobilistico – proprio davanti casa – in cui rimase coinvolta anche una bambina, che ne uscì decapitata:

“Nel punto in cui mi trovavo sul marciapiede, ho potuto vedere qualcosa che rotolava da una delle auto rovesciate. Si fermò sul marciapiede dove mi trovavo. Era la testa di una bambina. Mi chinai a toccare il viso, per parlargli – ma prima che potessi toccare qualcuno mi ha portato via”

J. P. Witkin – Wikipedia

Il tema della morte risulta ricorrente nelle sue opere, attraverso la distorsione e deformazione degli ambienti e dei soggetti per cui si avvale spesso di protesi e congegni.

In realtà non si accontenta di rappresentare la Morte bensì di utilizzarla: la caducità umana viene spettacolarizzata attraverso corpi reali di persone defunte in interazione con nature morte, animali (vivi e/o defunti a loro volta), parti del corpo umano, “freaks“, ermafroditi attraverso la fotografia in bianco e nero che ne aumenta, attraverso inoltre l’utilizzo di macchie e graffi sul negativo, la drammaticità e lo strazio visivo.

Credits: monovisions.com

Non sono immagini adatte a qualsiasi pubblico, tanto da aver suscitato spesso orrore per la loro indecenza e contraddizione.

La fotografia è pionieristica proprio per questo motivo, la capacità invero di stravolgere l’idea che tendenzialmente l’essere umano ha del corpo e della sua sacralità, in un’epoca storica dove la morte viene relegata agli angoli dell’esistenza, non rispettandone gli spazi e la veridicità.

La tecnica, a guardar bene le foto, è decisamente infallibile e perfettamente studiata: Witkin prima di produrre tali opere studia ogni minimo particolare creando schizzi e bozzetti preparatori graffiando, come poc’anzi citato, la pellicola e macchiandola dando l’idea degli antichi dagherrotipi ottocenteschi trasportando così l’osservatore in un’altra dimensione spazio-temporale.

Di primo acchito, infatti, un occhio inesperto potrebbe pensare che queste fotografie siano davvero di fine ‘800!

“The kiss”, J. P. Witkin. Credits: culturainquieta.com

Witkin dunque non risulta solo ossessionato dal tema della morte, bensì anche a quello delle cose bizzarre e sicuramente fuori dall’ordinario concentrandosi su una sfumatura umana spesso rigettata e celata dalla società, ciò che solitamente fa distogliere lo sguardo altrove.

In realtà ciò che tendiamo a respingere sembra proprio riesca ad attrarci nonostante il senso di angoscia che scaturisce: l’opera di seguito risulta enigmatica, inquietante mettendoci di fronte a un tipo di lutto che facciamo finta di non vedere, seppur accada e sia anch’essa naturale, quello perinatale.

“AntiChrist”

L’autore sostiene che, nell’anormalità, “si celi il Genio di Dio”:

Scatto le mie fotografie al fine di stupire me stesso, per il bene dell’uomo e per la gloria di Dio. Non sono un fotografo di strada. Io porto il mondo nel mio studio, dove creo la narrazione, la storia che riguarda lo scopo stesso della vita. La maggior parte delle fotografie prodotte sono inutili perché non hanno alcun fondamento nei fatti o non hanno uno scopo ben preciso. Le mie, invece, riflettono la storia della civiltà occidentale e le conseguenze morali delle decisioni prese nel corso della storia stessa. Ho sviluppato la mia singolare visione nel corso di anni di crescita personale e di ricerca estetica. Inoltre, la fede cattolica è sempre stato il mio punto d’osservazione sulla vita.

J. P. Witkin

Per i più curiosi, si allega un sito dove è possibile approfondire e osservare qualche scatto dell’Artista http://www.baudoin-lebon.com/en/artistes/oeuvres/1817/joel-peter-witkin

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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