“Kindertotenlieder” sono un ciclo di romanze per voce e orchestra di Gustav Mahler. Il musicista ha tratto ispirazione per la sua composizione dall’omonima raccolta di poesie di Friedrich Rückert.
I Kindertotenlieder (Canti per la morte dei fanciulli) vedono la luce fra il 1901 (il primo, il terzo e il quarto Lied) e il 1904 (il secondo e il quinto Lied) e sono concepiti come un itinerario compiuto.
I cinque Lieder tracciano, musicalmente, un percorso emozionale ondivago: da un dolce e sereno dialogo della voce con gli strumenti del primo Lied “Nun will die Sonn’ so hell aufgehn” (E oggi il sole vuole ancora sorgere così splendente) si passa alla contemplazione che permea il secondo “Nun seh’ ich wohl, warum so dunkle Flammen” (Ora vedo bene perché fiamme così oscure); il terzo Lied si spinge fino a un’estrema tristezza “Wenn dein Mütterlein tritt zur Tür herein” (Quando la tua mammina entra dalla porta), mentre il quarto “Oft denk’ ich, sie sind nur ausgegangen” (Spesso penso siano solo usciti per una passeggiata) vede risollevarsi i toni che sfociano in suggestioni popolari; il quinto Lied “In diesem Wetter, in diesem Braus” (Con questo tempo, in questa bufera) chiude il ciclo, passando da un’atmosfera di tempesta e tragedia a una nenia consolatrice che richiama le intonazioni del primo Lied.
Nel periodo in cui i Kindertotenlieder sono concepiti, Gustav Mahler (1860-1911) sta vivendo una maturazione artistica che si accompagna a importanti cambiamenti nella sua vita. Con questa composizione il musicista passa da una fase vicina al canto popolare alla poesia rückertiana.
Friedrich Rückert (1788-1866, poeta tardo-romantico) scrisse le 428 liriche che compongono i Kindertotenlieder tra il 1833 e il 1834 per superare il dolore causato dalla morte di due dei suoi figli, a causa della scarlattina; queste particolari poesie non erano destinate alla pubblicazione, erano nate come sfogo personale del poeta e come strumento per affrontare la dolorosa perdita; furono stampate solo nel 1871, cinque anni dopo la morte di Rückert. Queste liriche sono animate da emozioni contrastanti il poeta passa dall’ira all’accettazione del destino.
Invece, Mahler, quando mise mano ai Kindertotenlieder, nel 1904, attraversava un momento felice della sua vita: due settimane prima era nata la sua seconda figlia.
Purtroppo, la composizione di quest’opera fu per lui una sorta di cupa preveggenza: nel 1907, perse la figlia primogenita, Maria, a soli quattro anni, anche lei a causa della scarlattina.
Il musicista in una lettera commentò la genesi della sua composizione: “mi sono messo nella situazione in cui era morta una mia figlia. Quando ho davvero perso mia figlia, non avrei più potuto scrivere queste canzoni“.
Nonostante la morte della figlia fosse un fatto successivo alla stesura dei Kindertotenlieder, Mahler conosceva già la sofferenza legata alla morte durante l’infanzia: otto dei suoi fratelli perirono ancora bambini e il musicista fu profondamente colpito dalla morte del fratello minore, Ernst, avvenuta nel 1875.
Mahler mise in musica solo cinque poesie di Rückert e su di esse ha costruito una musica che abbraccia un ampio spettro di emozioni: dall’angoscia alla rianimazione della fantasia dei bambini fino a giungere alla rassegnazione e alla trascendenza che rappresentano l’approdo conclusivo del viaggio sonoro dei suoi Kindertotenlieder.
I Kindertotenlieder furono eseguiti per la prima volta il 29 gennaio 1905 a Vienna. Il solista in quell’occasione fu Friedrich Weidemann (1871-1919), uno dei principali baritoni dell’Opera di Corte di Vienna. Mahler diresse personalmente l’esecuzione. Il luogo della rappresentazione fu scelto allo scopo di preservare il carattere intimistico del genere lied e l’orchestra da camera era costituita da membri della Wiener Philharmoniker.
Mahler sembra aver posto una sorta di sigillo nell’ultimo Lied dei Kindertotenlieder, una nota di speranza che attraversa la melodia del violoncello, questa, infatti, rimanda alla Sinfonia n. 3, al primo tema del finale che è intitolato: “Was mir die Liebe erzählt” (Cosa mi dice l’amore). Secondo Karen Painter (professore associato di Musicologia all’Università del Minnesota), questa particolare scelta sta a indicare “che la morte è potente, eppure l’amore è ancora più forte“.
In copertina: sulla sinistra, parte di un ritratto di Gustav Mahler (acquaforte di Emil Orlik, 1902)