Secondo la tradizione norrena, il Valhalla rappresenta la dimora dei morti deceduti in modo eroico in battaglia.
L’etimo infatti significa “Val” ovvero “deceduto in battaglia” e “halla“, “salone, entrata”, dunque sala dei morti caduti in battaglia.
Questo salone secondo le rappresentazioni, è costruito da muri di lance e scudi di eroi valorosi, scene belliche e armature, cui solo i più meritevoli potevano goderne.
L’entrata viene sorvegliata da una figura di Aquila e di un lupo, e anche qui troviamo un fiume sacro da attraversare per accedervi, il Thund.
La visione di questo, erroneamente e solitamente inteso come “paradiso”, vuole che ogni guerriero morto in modo glorioso venga accolto e accompagnato dalla figura delle Valchirie.
Le Valchirie sono figure femminili immortali, per metà dee, che cavalcano l’aria durante le battaglie, armate di scuro e corazza, per raccogliere le anime dei defunti morti sul campo di battaglia prima di portarli al cospetto di Odino.
I guerrieri che riescono ad accedere questo salone personale di Odino vedono – con la sua grazia- svanire ogni ferita inferta in battaglia, il ricomporsi delle membra, gloriosi e ricchi banchetti con carne di ungulato e idromele, per accrescere la propria forza destinata all’ultima battaglia che si attuerà alla fine dei tempi, il Ragnarok.
Il Ragnarok è la lotta finale, il “crepuscolo degli dei”, tra figure mitologiche e gli eletti del Valhalla.
Se guardiamo alle testimonianze archeologiche funerarie in Norvegia, possiamo affermare che i vichinghi credessero in un qualsivoglia forma di aldilà.
Le sepolture infatti, riportano numerose testimonianze legate alla presenza di artefatti tra cui armi, attrezzi di lavoro o, per le donne, telai, utensili domestici.
Nelle sepolture di personaggi più illustri, oltre a sontuose vesti e oggetti personali sono state ritrovate anche carrozze, barche, pietanze per raggiungere l’aldilà ed erbe profumate.
Se esisteva una sorta di “paradiso”, troviamo altresì il suo corrispettivo infernale, Hel.
Non tutti infatti erano meritevoli di accedere alla dimora di Odino: coloro che si erano macchiati di torti profondi, o che erano deceduti non in guerra ma per malattia o in modo vanaglorioso, erano destinati al regno di Hel, figura femminile figlia di Loki, dal volto metà umano e metà cadavere.
La sua dimora, alla base dei 9 mondi, differentemente dal Valhalla è cupa, tetra, dimenticata e gelata, e non vede la luce del giorno.
Anche qui troviamo un guardiano che protegge l’entrata, Garmr, uncane enorme (simile al Cerbero greco) cosparso di..sangue su tutto il corpo, di certo un’immagine per nulla rassicurante.
I defunti, nel cammino verso l’oltretomba, percorrono una strada sterrata ascoltando suoni macabri provenienti dal fiume Gyoll, dove è presente un’altra figura dedita al controllo dei futuri abitanti dell’oltretomba: una gigantessa che impedisce l’entrata ai viventi.
Una volta varcato il ponte della gigantessa, si accede quindi ufficialmente a Hel, da cui non si può più far ritorno.