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Tanatologica(mente)

Il culto dei Morti nel mondo

L’uomo contemporaneo sembra non voler avere legame alcuno con la Morte, fatto tanto naturale quanto universale. La ritualità stessa, soprattutto quella funebre, sembra oggi mutata per far posto ad una sua versione più “camuffata” ed edulcorata, per nascondere quello che è il nostro destino.

Il confronto con le altrui culture può essere una buona base di partenza per riscoprire antiche tradizioni che oggi sembrano (quasi) del tutto perdute: nonostante alcune tipologie di rito possano sembrare ai nostri occhi insensate e impressionanti, molte popolazioni continuano ad adottare usanze legate al rito del passaggio che la Morte impone.

Il regno dei Morti è da sempre costruito secondo la peculiare immaginazione e schemi di riferimento della società che li attua.

I Pigmei, ad esempio, dopo il decesso di un membro della tribù, tendono a migrare per una giornata intera dal luogo dove il decesso è avvenuto.

In alcune antiche tradizioni dei popoli australiani, il tatuaggio era un segno di riconoscimento per il regno dei morti: il rischio di perdersi nel caos dell’aldilà e di non essere riconosciuti era in qualche modo ovviato da questo segno rituale.

Oggi certamente ha un significato totalmente differente rispetto a quello primitivo, pur mantenendo la stessa finalità di contraddistinguersi dagli altri.

Nel culto Majo, facente parte del clan dei Marind Anim, vengono proposti dei riti di iniziazione entro un luogo sacro e caro a molte tradizioni primitive: la foresta.

Essa è per antonomasia il regno dei morti, dove l’iniziando viene costretto ad un periodo prolungato di privazione e di silenzio: il digiuno infatti, lo avvicina alla sfera del mondo dei defunti, laddove la morte stessa è silenzio.

Dopo un periodo dai cinque ai nove mesi, avviene la rinascita per mezzo della frattura del digiuno, dove il cibo offerto viene mescolato con..seme umano. Per quanto possa apparire surreale, in realtà questa pratica ha un significato ben radicato, il cui fine è quello di prolificare e intensificare il potere della fertilità, della possibilità di rinascere assicurando inoltre una sorta di immortalità fisica. .

Questo rito di per sé genera un processo di identificazione e trasposizione molto simile a quello che si viene a creare con certi rituali funebri collettivi presenti in talune zone d’Italia.

Ogni Regione ha differenti tradizioni e usanze peculiari legate alla condivisione del pasto funebre: sembra ancora in uso il rifornimento di bevande e pietanze ai dolenti, durante la notte della veglia, accompagnate da chiassose chiacchierate:

è possibile pensare che questi banchetti e queste esuberanti dialoghi fossero un modo per reagire all’immagine opprimente della Morte, un’esorcizzare la paura del proprio destino.

Nel Benguet, nell’Isola di Luzon, vige l’usanza di bendare i propri defunti ponendoli vicino all’entrata principale della casa.

Nel Tinguian i defunti, sovente, vengono vestiti con gli abiti migliori indossati in vita, vengono posizionati su una sedia e messa loro una sigaretta in bocca.

Vicino a Manila, per l’esattezza a Caviteño i defunti vengono riposti entro un albero scavato al suo interno: quando un membro del villaggio si ammala, i suoi parenti scelgono l’albero dove questi verrà sepolto.

Nel Ghana vige un’usanza alquanto curiosa: le persone infatti chiedono che il proprio feretro richiami ciò che era il loro lavoro in vita, attraverso le bare fantasia. C’è chi si è fatto riposte in un feretro a forma di pesce, per ricordarne la professione di pescatore; chi ha richiesto una Bibbia di dimensioni singolari, per segnalarne il profondo credo.

A Los Angeles è possibile seguire un rito funebre direttamente nella propria auto: soprattutto richiesta dalle cosche criminali, questa commemorazione viene condivisa da dietro…vetri antiproiettile.

In Bulgaria, tra talune comunità Rom, si è soliti riunirsi il giorno del decesso per vegliarlo per un periodo di tre giorni:

ai bambini presenti alla veglia e anche agli adulti, vengono forniti ricchi pasti a base di the, frutta, alcolici e caffè.

E’ solamente alla fine dei tre giorni che si procede con la sepoltura.

Fra i Khorakhané, un’altra comunità Rom, di basilare importanza è il rito della vestizione del proprio caro, che deve essere perfettamente pulito e rivestito con i suoi abiti migliori.

Dopo il rito, si procede con la Pomana, una veglia in cui amici e familiari possono condividere un momento di riflessione insieme. Tale rituale viene ripetuto dopo tre giorni e dopo quaranta giorni, poi a distanza di sei mesi e di un anno.

A New Orleans il rito funebre è a ritmo musicale: dalle origini afro-americane mixate alla cultura francese, la musica Jazz fa da regina a questi rituali funebri, seguendo però un repertorio musicale melanconico prima della sepoltura, per poi seguire un ritmo più veloce e gioioso. Musica e danza come mezzo per commemorare il defunto.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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