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Tanatologica(mente)

Funerali felini in epoca Vittoriana

In età contemporanea un numero sempre maggiore di individui ha iniziato a legittimare una forma di lutto spesso definita inferiore – delegittimata appunto – rispetto ad altre tipologie di cordoglio, quello legato alla perdita dell’animale domestico, il Pet Grief.

In realtà già ben prima dell’epoca Vittoriana in questo articolo protagonista vi sono stati esempi di sepolture animali, anche insieme al padrone.

Nella fattispecie, quando parliamo di gatti, come non pensare immediatamente alle sepolture egizie – ed alle divinità feline come Bastet o Sekhmet – dove questa specie era protagonista di veri e propri rituali di mummificazione?

Credits: Artribune – Museo Egizio di Torino

Dunque, l’età Vittoriana non ha fatto altro che portare avanti una tradizione millenaria legata al culto della sepoltura felina.

Non era infatti per nulla strano che le spoglie mortali di un gatto domestico venissero sepolte (anche) nel cortile di casa: questo piccolo gesto intimo che denotava una voluta vicinanza al proprio animale in realtà andava di pari passo allo sviluppo di forme più ufficiali e riconosciute altresì dalla società, come ad esempio la nascita di imprese funebri addette all’organizzazione di funerali per gatti e alla formazione dei sacerdoti per realizzare servizi ad hoc.

Non che questo non avesse in qualche modo delle razioni avverse da parte della comunità: c’è chi proprio non accettava che una bestiola potesse ottenere il rito cristiano nella sepoltura e chi, invece, riteneva queste pratiche funerarie delle vere e proprie forme di eccentricità da parte della nobiltà.

Credits: The Thanatos Archive

Molte testimonianze legate a queste funzioni in epoca vittoriana vengono riportate in alcuni resoconti storici non senza una velatura umoristica e sarcastica, altrettante volte invece sono ricche di pathos, denotando il profondo legame tra umano e felino.

La sempre maggiore consapevolezza in merito a questa straordinaria forma di rapporto uomo e animale a spingere verso nuove modalità e forme di sepoltura: molti campisanti vietavano infatti che le bestiole venissero inumate nei cimiteri umani e consacrati, e fu così che a partire dal 1881 vediamo i primi esempi di cimiteri per animali.

L’esempio dell’ Hyde Park Dog Cemetery, oggi in disuso dal 1930, nacque a Londra proprio tra il 1880 ed il 1881: vennero eseguite qualcosa come 1.000 sepolture soprattutto di cani, nonostante non manchino esempi di gatti, uccellini e anche primati.

Credits: Number One London – Foto d’epoca dell’ Hyde Park Dog Cemetery

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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