Spesso, la Morte, è colei che dà senso ai luoghi.
E molti luoghi risultano essere dimora di..maledizioni e di presagi infausti!
Venezia è una città magica, e abbiamo già avuto modo di incontrarla imbattendoci nel suo Cimitero di San Michele in Isola (https://blog.necrologi-italia.it/il-cimitero-di-san-michele-venezia/).
E’ altresì una città gravida di storie misteriose e curiose: dalle avventure di Giacomo Casanova al passaggio di Giordano Bruno (poco prima che venisse additato come magus) e la visita di Amadeus Mozart (ritenuto un massone).
Ma non tutti sanno che, in questa enigmatica città, vi sono tanti piccoli segreti e superstizioni legate a Ca’ Dario, che si erge sulla riva del sestiere Dorsoduro, sul Canal Grande.
Nel corso dei secoli sembra proprio che questo palazzo del ‘400 abbia vissuto una serie di sventure e sia a tutt’oggi vittima di svariate dicerie.
Leggermente inclinato su un lato, ornato di decorazioni policrome in una geometria ricercata e inconfondibile, è proprio tra i più antichi edifici della città lagunare e, dunque, carico di storie che a tutt’oggi, le rendono difficile trovare un proprietario.
Questo edificio venne costruito a partire dal 1479 per volere del nobile Giovanni Dario, su un antico cimitero dismesso secondo alcune fonti addirittura appartenente ai Templari.
Già incuriosisce la scritta, posta sul frontone, che Giovanni Dario fece apporre durante la costruzione: “Urbis genio Ioannnes Darius” (“Giovanni Dario, in onore del genio”) il cui anagramma era “Sub ruina insidiosa genero” (ovvero, “Io genero sotto una insidiosa rovina”).
Il sontuoso palazzo dove essere la dote della figlia del nobile Dario, la giovane Marietta che, a partire dal 1494 (anno della morte del padre) avviò alla famigerata serie di sventure che vedono come protagonista l’edificio.
Suo marito, un ricco mercante veneziano, venne assassinato, quindi lei si suicidò visto il collasso finanziario. Altresì, il loro unico figlio venne assassinato durante un agguato.
Non fu propriamente un buon inizio, assolutamente.
Nel 1839, un altro ricco commerciante di pietre preziose prese possesso del palazzo e, nel giro di poco tempo, vide sfumare tutte le sue ricchezze finendo in povertà. Il suo successore, un inglese a Venezia per motivi di studio, ebbe uguale sorte.
Tra 800 e 900, il poeta simbolista Henri de Règnier vi dimorò e..si ammalò di una malattia tanto grave da doverlo obbligare a far ritorno in Francia (dove scoprì che la consorte lo tradiva).
Per alcuni anni, sino alla seconda metà del ‘900, Ca’ Dario rimase senza padrone, per poi ritornare ad ammaliare stranieri possidenti incantati da questa meravigliosa costruzione.
Negli anni ’70 fu protagonista di un omicidio: il conte Filippo Giordano delle Lanze venne infatti ritrovato esanime nella sua stanza da letto, assassinato probabilmente da un suo amico.
Nonostante le diverse sventure finanziare e assassinii, Ca’ Dario continuava a reclutare altri inquilini.
Il 1978 fu l’anno in cui Christopher Sebastian Lambert, in arte Kit, manager e produttore dei The Who, acquistò il palazzo al cui fianco abitava Peggy Guggenheim.
La morte di Kit fu abbastanza bizzarra e dovuta ad un incidente domestico accaduto nella casa della madre (a Londra), cadendo dalle scale.
Sembra che il solo entrarne in possesso possa portare a sfortune e morte violenta.
A metà degli anni ’80 fu la volta di Fabrizio Ferrari, personaggio illustre, imprenditore e finanziere che, dopo poco tempo, vide i propri affari andare male e per i quali fu costretto non solo a vendere la casa ma vendere anche le proprie quote.
Dulcis in fundo, la sorella perì in un misterioso incidente nel 1987.
L’ultimo proprietario effettivo, ad oggi, risulta essere Raul Gardini, anch’egli uomo di successo che, a causa delle speculazioni finanziarie, finì i suoi giorni per mano propria, suicidandosi.
Da lì in poi fu un susseguirsi di affitti temporanei a personaggi famosi, tra cui John Entwistle, il bassista dei…The Who! Dopo avervi soggiornato per due settimane nel 2002, tornato a casa fu colto da un malore a soli 58 anni, il 27 giugno di quell’anno.
E’ un vero peccato che uno scrigno architettonico di tale portata sia stato e tutt’ora sia vittima di leggende per lo più nefaste.
Credits: fantasmitalia