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Tanatologica(mente)

Che fine fa un corpo non reclamato?

Con particolare attenzione alla prassi statunitense, proviamo a capire quale sia il destino di una salma che non viene reclamata da nessuno: dalla questione legislativa alle politiche funerarie USA

Di seguito ad alcuni casi dove sono stati ritrovati corpi per l’appunto non reclamati all’interno di talune strutture funerarie, sono state avviate una serie di ricerche circa la necessità di comprendere chi debba prendersene cura, soprattutto in merito allo smaltimento.

In realtà, negli States, non risultano esserci leggi generiche su come gestire i corpi non reclamati, ovvero che nessuno va a cercare nonostante i mesi, dopo il decesso, passino.

Come non vi sono leggi applicabili in modo generico, altresì non vi sono prassi standardizzate nella gestione di queste salme, ovvero da dove poter partire per trovare i parenti più prossimi al defunto stesso, nonostante in realtà debba partire l’iter dal Governo.

A quanto pare, nella seconda metà dell’800, era più “facile” gestire questa problematica: certi atti e decreti di anatomia si appoggiavano alle necessità delle scuole di anatomia dell’epoca nell’utilizzo delle salme non reclamate da utilizzare per scopi scientifici e di dissezione.

Credits: ADO – Rembrandt, “Lezione di anatomia del dottor Tulp” – 1632, olio su tela

All’epoca era molto facile procurarsi questi corpi, soprattutto perchè le famiglie meno abbienti non avevano modo di organizzare una funzione funebre decorosa. Proprio da questa circostanza iniziarono i divieti legati alle donazioni di salme senza reclamo in diversi stati, sebbene l’Oregon – ad oggi – utilizzi nelle scuole di medicina i non reclamati.

In età contemporanea, negli Stati Uniti dunque viene stabilito il tempo di circa un mese in attesa del reclamo: qualora il corpo di un indigente o senza generalità non riscontri riconoscimento, si avvia al procedimento della cremazione, e le ceneri poi riposte in un cinerario comune.

Esistono aree specificatamente dedicate alla dispersione di queste ceneri, a partire da un anno post cremazione.

Sono diversi infatti i cimiteri che dedicano apposite aree per riporvi le ceneri di questi corpi senza nome.

Certamente si può ritenere triste la mancata pratica di rituali e cerimonie funebri per questi morti: il governo che se ne deve curare, in realtà, si preoccupa solo di “smaltire” questi resti senza dedicar loro alcuna funzione.

Credits: Bpr

Quando parliamo di persone non reclamate, non stiamo facendo riferimento a numeri contenuti, bensì a quasi 4.500 corpi senza identificazione: talvolta a distanza di tempo si riesce a identificarne una piccola percentuale, inferiore rispetto al numero che verrà poi per l’appunto cremato.

Coloro che trovano identificazione, poi, vengono registrati in un database dedicato, anche se in realtà non tutti vengono segnati.

E’ grazie all’importante lavoro delle onoranze funebri, delle professioni sanitarie e degli stessi coroner che si sta cercando di trovare il consono iter legislativo per dare degna memoria a coloro che non trovano identità dopo la morte.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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