Quando parliamo di Spiritismo dobbiamo far riferimento al pensiero del suo creatore tale Allen Kardec, per il quale esso è “scienza dedicata alla relazione tra esseri incorporei ed esseri umani“.
Nata a partire dalla metà del 1800 come disciplina finalizzata allo studio e al contatto con gli spiriti dei defunti, lo Spiritismo cercava altresì di analizzarne la genesi, la natura e la connessione con lo spazio dei vivi.
Secondo lo Spiritualismo Kardecista infatti, da cui deriva lo spiritismo, gli spiriti vagano di corpo in corpo nel corso della propria esistenza, cambiando cioè involucro di carne nel corso del tempo al fine di evolvere le proprie sfumature intellettuali e morali.
Si può cioè comunicare con gli spiriti dei defunti grazie all’intermediazione di unMedium da cui molti ricercatori e uomini di scienza attingono per analizzare il mondo extrasensoriale.
Trattasi forse di reincarnazione, o cos’altro?
In realtà la reincarnazione fa riferimento alla possibilità di reincarnarsi, per l’appunto, in animali o altre forme di vita, ma lo spiritismo ne nega la possibilità, invero si riferisce alla mera migrazione dello spirito di corpo in corpo, ma solo umano.
Molto in voga nel XIX secolo, lo spiritismo vide tra alcuni suoi adepti anche Conan Doyle e la consorte: la filosofia alla base di questo movimento fu proprio legata all’idea che l’individuo possa perennemente giungere a stadi evolutivi migliori grazie al pensiero razionale.
E’ una scienza dunque vietata e negata dal pensiero Biblico, poichè si fa espressamente divieto di mettersi a contatto con gli spiriti dei defunti: secondo la Bibbia infatti il contatto con l’aldilà è pericoloso in quanto richiama alle anime di coloro che celano entità maligne e demoniache.
Erroneamente si tende ad accostare il termine Spiritismo alla cartomanzia, al mondo delle superstizioni, alla stregoneria e alla chiromanzia.
Lo Spiritismo cerca invece di analizzare la genesi degli spiriti e loro relazione con il mondo visibile, proprio attraverso una serie di Leggi che vengono di volta in volta rivelate attraverso i Medium, unici a riuscire a mettersi in contatto con entità superiori e intangibili.
Esistono dei testi, curati dallo stesso Allan Kardec, (il cui nome in realtà era Hippolyte Léon) che servono alla codificazione spiritica come ad esempio “Il cielo e l’Inferno”, “La Genesi”, “Il libro degli Spiriti” (1857) o “Il Libro dei Medium”.
“Il Libro degli Spiriti” è il testo che apre le porte a tutti gli altri: vi vengono infatti elencati i principi alla base del quale lo spiritismo nasce e crede, quali le relazioni tra mortali e spiriti, la natura immortale dell’Anima, la vita nel futuro e quella contemporanea, leggi etiche e morali.
Se ne evince come i Defunti riescano a mettersi in contatto con i vivi e viceversa solo ed esclusivamente grazie ai Medium, attraverso diverse modalità, come ad esempio la tiptologia (la risposta attraverso i colpi sulle superfici); la xenoglossia (l’esprimersi per mezzo di lingue che possono essere anche sconosciute); la scrittura automatica (la stesura di parole e frasi dettate dal defunto al medium che si trova in uno stato di coscienza alterato); ma anche l’utilizzo di una tavola con scritte le lettere dell’alfabeto le quali vengono segnalate dal defunto, il quale “indica” la mano del medium sulle lettere per creare frasi, non per forza di senso compiuto.
Tra i metodi più avanguardistici, troviamo la metafonia: attraverso un registratore magnetico vengono cioè registrati messaggi che i defunti lasciano senza per forza richiedere un qualche intervento umano.