La Pietà di San Pietro è ritenuta il primo capolavoro di Michelangelo Buonarroti. La scultura, in marmo, è custodita nella basilica di San Pietro in Vaticano.
La Pietà vaticana fu realizzata tra il 1497 e il 1499. All’epoca Michelangelo Buonarroti (1475 – 1564) era appena ventenne eppure fu in grado di creare con questo grandioso gruppo scultoreo una delle più importanti opere d’arte dell’Occidente.
Forse, lo stesso artista ne intuì la magnificenza, tanto che la statua riporta la sua firma (MICHAEL.A[N]GELVS BONAROTVS FLORENT[INVS] FACIEBAT, “Lo fece il fiorentino Michelangelo Buonarroti“) sulla fascia che sostiene il manto della Madonna.
Dal 1496 al 1501, l’artista fu a Roma, per la prima volta; costretto a spostarsi nella città eterna dagli eventi e quando vi giunse non era ricco e neppure famoso.
Fu Jacopo Galli, giovane banchiere ed emissario del cardinale Raffaele Riario, a rintracciare il Buonarroti.
Il banchiere era stato inviato a Firenze, in seguito a una singolare truffa, in cui era stato coinvolto a sua insaputa anche l’artista, e su richiesta del cardinale condusse con sé a Roma Michelangelo.
Il Buonarroti giunto a Roma mise rapidamente in mostra il suo grande talento, realizzando i suoi primi capolavori: il Bacco e la Pietà.
Jacopo Galli si legò all’artista di sincera amicizia e fece da intermediario per fargli ottenere diverse commissioni. Una delle più importanti fu proprio quella per la Pietà che il Buonarroti realizzò per il cardinale francese Jean de Bilhères, ambasciatore di Carlo VIII presso papa Alessandro VI.
La scultura era destinata alla cappella di Santa Petronilla, dove il cardinale fu sepolto e all’epoca della realizzazione lasciò pensare che l’opera dovesse far parte del suo monumento funebre.
Michelangelo ricevette nel 1497 un acconto per il lavoro e subito lasciò Roma, per recarsi alle cave di Carrara, per trovare un blocco di marmo adeguato a realizzare la sua opera.
Il 27 agosto 1498, fu firmato il contratto e l’anno successivo la Pietà era finita.
Intorno al 1517, la statua fu trasferita nella sagrestia della basilica di San Pietro in Vaticano e poi, nel 1568, nel vecchio coro sistino. Successivamente, fu posta sull’altare dei Santi Simone e Giuda, e nel 1626, nel nuovo coro. Finalmente, nel 1749, trovò una collocazione definitiva: nella prima cappella a destra della navata della basilica.
Nel 1964, la magnifica opera di Michelangelo fu prestata alla New York World’s Fair (l’Esposizione universale di New York del 1964-1965); i visitatori fecero ore di fila per ammirarla.
La statua fu oggetto anche di una spiacevole esperienza, il giorno di Pentecoste del 1972, quando un geologo australiano, László Tóth, la colpì con un martello per quindici volte, prima che riuscissero a fermarlo. L’opera subì gravi danni, soprattutto la Vergine: le fu spaccato e frantumato il braccio in più punti, il naso era quasi distrutto e anche le palpebre.
La statua fu restaurata nei laboratori dei Musei Vaticani; l’operazione mirò a ripristinare al meglio i frammenti originali, evitando rifacimenti posticci.
Dopo questo assurdo assalto la Pietà è protetta da una parete di cristallo antiproiettile.
Quando gli fu commissionato il gruppo scultoreo, nel contratto firmato da Michelangelo e dal suo committente era definita con chiarezza l’opera da realizzare: “Una Pietà di marmo, cioè una Vergine Maria vestita con un Cristo morto nudo in braccio”.
Sembra che quest’opera sia nata da una richiesta particolare del cardinale francese, in quanto, le Pietà non erano un soggetto familiare in Italia, mentre erano più di casa in area nordica, connesse alla liturgia del Venerdì Santo.
Lo schema di questo tipo di rappresentazione scultorea era rigido: al busto eretto e verticale della Madonna si contrapponeva il corpo rigido in posizione orizzontale del Cristo. Queste posture così categoricamente fissate si riscontrano anche in molti esempi pittorici.
Michelangelo apportò delle variazioni alle tradizionali rappresentazioni, realizzando il corpo di Gesù morbidamente abbandonato sulle gambe di Maria.
Nel gruppo scultoreo del Buonarroti ciò che risalta è la naturalezza delle due figure che sono unite in un singolare momento di intimità.
La forma in cui la statua è racchiusa è piramidale, mentre panneggi e pieghe degli abiti danno vita a intensi effetti di chiaroscuro.
L’anatomia del corpo del Cristo è definita con grande accuratezza. La bellezza di questa Pietà è dovuta in particolare al grande naturalismo della scena, unito a un’idealizzazione di stampo rinascimentale.
In copertina: “La Pietà di San Pietro” di Michelangelo Buonarroti