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Tanatologica(mente)

Nasi fantastici e dove trovarli

Forse non tutti sanno che.. la famiglia Tudor usava nasi finti nei propri ritratti a causa di…scopriamolo qui!

Ebbene si.

La famiglia reale dei Tudor (ed ovviamente qualsiasi altro comune mortale dell’epoca)  era solita utilizzare calchi nella quotidianità per i propri nasi.

Il motivo fu proprio la sifilide, una malattia infettiva trasmessa sessualmente

Se non curata in modo adeguato, può portare al decesso in poco tempo, i taluni casi può trasformarsi inoltre in neurosifilide,

andando cioè ad intaccare il sistema cerebrale ed il midollo spinale.

Solo nel 1905 venne scoperto il gene patogeno della sifilide, in termini tecnici Treponema pallidum, mentre in Europa si comincia a parlare di questa malattia a fine XV secolo.

La sifilide crea ulcere e lesioni molto invasive ed il naso risultava essere il primo ad essere colpito.

Prima della scoperta ed utilizzo della penicillina, la sifilide veniva “curata” attraverso soluzioni di mercurio ed estratto di legno di guaiaco, i quali provocavano ulteriori lesioni e d escoriazioni a livello epiteliale.

Solo nel 1909 si giunse alla primissima cura specifica, il Salvarsan.

una protesi moderna. Immagine dimostrativa. Credits: https://protesifacciali.it/epitesi/

Cosa, dunque, idearono i tudor per nascondere tale scempio infettivo dal proprio volto?

Delle protesi nasali piuttosto curiose ma ingegnose: prototipi creati con legno o metallo che venivano posizionate ed agganciate al cranio, oppure tramite occhiali che tenevano fissa la protesi (come fossero occhiali veri e propri).

Dunque, quelli che vediamo nei ritratti della famiglia reale erano solo riproduzioni, nasi fasulli.

In termini statistici tra il 1876 ed il 1890 si ontavano circa 40-70 decessi annuali causati dalla sifilide, nel 1900 circa 200 decessi e, nel 1930 – 40 un aumento esponenziale della stessa tanto da sensibilizzare, tramite cortometraggi e mostre messaggi di prevenzione 

alla sifilide ed alle malattie sessualmente trasmissibili.

Post 1950 iniziò a diffondersi un antibiotico specifico alla penicillina il quale diminuì esponenzialmente il propagarsi della malattia infettiva.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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