Le leggende della tradizione italiana accolgono molte vicende che coinvolgono le Streghe e altre figure immaginarie. Tra queste, Maria ‘a Longa.
In qualche articolo precedente già parlammo della Janara, la strega per eccellenza dalle origini campane – Benevento – il cui etimo deriva da “Dianara” (sacerdotessa della dea Diana) ovvero colei dedita alle pratiche occulte e ai rituali di magia.
Maria Longa, o Maria a Longa, è tra le streghe più potenti e conosciute in quella zona: il suo lavoro era punire gli infanti più dispettosi e cattivi.
Il suo nome è dovuto alla conformazione del corpo: arti lunghissimi e allungabili, tanto da riuscire ad accalappiare i bambini disobbedienti portandoli via dalle loro famiglie.
Esteticamente molto brutta, a dir poco mostruosa, Maria Longa aveva il compito di punire i piccoli che erano soliti sporgersi troppo dai balconi, dalle ringhiere e i davanzali, nonostante le raccomandazioni copiose dei genitori.
Viste le lunghe braccia, Lei era capace di prenderli e portarli via con sè dove, però, non si sa, ma in un posto dove nessuno possa più vederli o riprenderli.
Questa strega si presume vivesse nei fondi dei pozzi – anche per questo la sua leggenda aiuta ed è monito ai più piccini: non sporgerti troppo, altrimenti cadi giù e non torni più!
Maria Longa è dunque personificazione dell’ignoto, del vuoto e della paura: sembra che lei per pria abbia subito da infante questa sorte.
E’ altresì una metafora molto forte per spiegare la morte ai più piccoli, anche se attraverso la paura.