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Curiosità Tanatologica(mente)

L’Isola di Poveglia. Tra fantasmi e verità

Lungo il Canal Orfano, a sud della costa veneziana, troviamo un’isola senza abitanti, lasciata in balia del tempo e della natura, che la ammanta esuberante.

Conosciuta altresì come Isola dei fantasmi, divenne un vero e proprio lazzaretto con la comparsa della peste nera, nel ‘700:

si decise, infatti, di condurre qui tutte le salme contagiate per essere cremate e quindi sepolte e, successivamente, di portarvi anche i contagiati (o presunti tali).

Che fossero bambini, adulti, anziani poco importava: Poveglia fu una sorta di “discarica” per coloro che fossero stati contagiati dal morbo. Si vocifera che, ad occhi attenti e mani sapienti, sia possibile trovarvi ancora resti umani..

Quest’isola però non è sempre stata oggetto di dicerie e paure: nei tempi antichi era infatti un ricco polo demografico e culturale, con circa 200 famiglie sparse su 700 ettari, ed il cui decadimento iniziò nella seconda metà del ‘300 a causa della guerra di Chioggia, tra le Repubbliche marinare di Venezia e di Genova.

Fu questa guerra, in particolare, ad impoverire l’isola, sia dal punto di vista delle sue strutture che da quello demografico, poichè gli abitanti cominciarono poco a poco ad abbandonarla.

Il suo ruolo di isola di quarantena perdurò sino all’800, e dal 1900 venne sfruttata come luogo di residenze per anziani, per poi essere (di nuovo) lasciata a sè stessa.

Questo destino infelice sembra abbia portato con sè solo storie di morte e di tristezza senza contare che, a partire dal 1922, nell’isola è stato costruito poi un ospedale psichiatrico (tutt’oggi è possibile notare la targa con scritto “reparto psichiatrico“), non più in uso dal 1946.

Sembra che al suo interno fosse sovente l’utilizzo della lobotomia e di altre terribili torture, secondo le direttive dell’allora Direttore, il Dottor Sarles.

Secondo diverse testimonianze, riportare negli archivi inerenti all’isola, nel periodo in cui venne sfruttata come manicomio risulta che vi fossero state rilevate non-presenze inquietanti, ovvero le anime degli antichi morti affetti dalla peste.

Ovviamente, essendo paure di “malati di mente”, tali ossessioni vennero lasciate sfumare e le richieste di trasferimento altrove, non ascoltate.

Un bellissimo scatto dell’Isola di Poveglia. Credist: Dagospia

Il destino del sadico direttore dell’ospedale psichiatrico fu a sua volta vittima delle anime tormentate: Sarles, terrorizzato dalle anime erranti di Poveglia, decide di suicidarsi lanciandosi dal Campanile della piccola isola.

Un’infermiera che aveva assistito all’accaduto raccontò che egli non morì con l’impatto col suolo, ma soffocato da una strana nebbiolina che si era propagata dal terreno fin dentro il suo corpo, lasciandolo esanime“. (Fantasmitalia.it)

Nel 1968 Poveglia venne ceduta al demanio e, dunque, lasciata al suo destino.

Ad oggi, quest’isola è ammantata di un alone di mistero e meta di turisti curiosi da tutto il mondo, testimoni di ospiti inquietanti che vagano nella struttura di cui si può sentire il pianto ed il lamento, oltre alle urla.

Nel 2016 5 turisti originari del Colorado vi fecero visita, giungendovi di notte per mezzo di un taxi acqueo: le loro urla, appena giunti sul posto, vennero sentite da una barca che passava da quelle parti, e fu necessario l’intervento dei Vigli del fuoco per andare a prelevarli dall’isola.

In realtà, non sarebbe visitabile, previa richiesta di almeno 10 mesi prima della visita o – altrimenti – con l’aiuto di qualche privato.

E tu? La visiterai?

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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