La figura affascinante dello scultore della morte, tra simbolismo e innovazione.
Leonardo Bistolfi, figlio di un artigiano del legno e di una maestra, nacque il 15 marzo del 1859 a Casal Monferrato e sin da piccolo fu immerso nel mondo della scultura e dell’arte.
Nel 1881 Bistolfi aprì il suo primo studio nell’esoterica ed affascinante Torino, e fu in quella città che gli venne commissionato il primissimo compito di scultura funeraria dalla famiglia Braida: l’Angelo della Morte, posto nel cimitero della città.
Credits: Monferrato.org – Leonardo Bistolfi
In questa sua opera, Leonardo Bistolfi fece ben intendere il proprio stile artistico, legato per lo più al simbolismo e alla spiritualità attraverso le proprie opere, come possiamo notare nella Sfinge del 1889 presente nel cimitero di Cuneo, ma non solo.
ritroviamo altresì le Spose della morte – 1895 – a Frascarolo Lomellina, La Bellezza della Morte – 1895 – a Venezia, La morte e la Vita, a Zurigo – 1902 -.
Gli vennero però commissionati anche altri compiti quali il monumento a Cavour a Bergamo, nonchè chiamato nel comitato promotore dell’Esposizione internazionale delle arti decorative moderne a Torino.
Tra le sue opere funerarie più illustri, troviamo la Tomba della Famiglia Toscanini ubicata nel Cimitero Monumentale di Milano, dimora eterna del direttore d’orchestra Arturo Toscanini.
Il complesso funebre,in marmo di Carrara è colma di simbologie e significati celati: a destra troviamo tre fanciulle, le Parche, con in mano il filo della vita e a sinistra tre figure che tengono con sè i giochi dell’infanzia.
Il retro della tomba presenta la parte del dolore dell’esistenza umana, invero un uomo ed una donna senza vesti con, in mezzo a lor, una piccola epigrafe dedicata a Giorgio Toscanini, infante di soli 5 anni ultimogenito di Arturo, il quale commissionò egli stesso l’opera.Altrettanto famosa la tomba custodita nel Cimitero Monumentale di Staglieno dedicata ad Hermann Bauer.
Questa sua forte inclinazione artistica nell’ambito funerario gli donò la nomea di “Poeta della Morte“, sottolineando come, attraverso la sua arte e le sue mani, riusciva a – attraverso un simbolismo delicato e sincero – accompagnare il viscerale momento di passaggio nel fine vita.