Cosa si cela dietro una delle esposizioni più curiose e uniche al mondo dedicate alla plastinazione del corpo? Partiamo dall’idea di Gunther von Hagen, anatomopatologo che ha proposto un modo innovativo per scoprire il corpo umano attraverso gli occhi della realtà.
In una società incapace di accettare la morte tanto da non riuscire a nominarla, stiamo assistendo ad un processo della sua rimozione dalle nostre vite e dalla quotidianità, nonostante sia un fatto universale e costante nelle nostre esistenze.
Von Hagen è uno scienziato, medico ed inventore della mostra, fortemente convinto che questa esposizione possa essere un tassello positivo e migliorativo per la società:
“Spero che le mostre siano luoghi di illuminazione e contemplazione, anche di auto-riconoscimento filosofico e religioso, e aperte all’interpretazione indipendentemente dal background e dalla filosofia dello spettatore”
Gunther Von Hagen
Chi ha avuto possibilità di vedere la mostra Real Bodies, curata dalla Dott.ssa Whalley e Von Hagens, sarà sicuramente rimasto colpito dalla presentazione del corpo umano in una forma insolita e fuori dall’ordinario.
Corpi di uomini, donne, bambini (e anche feti) in pose tali da rivelare la resistenza del nostro corpo non tralasciando anche quella parte più tragica e dolorosa di cui solitamente si preferisce non parlare, come le malattie che intaccano le persone, offrendo la possibilità a tutti di vedere con i propri occhi certi aspetti devastanti.
La mostra si è rivelata un’ottima opportunità per scoprire e vedere da un altro punto di vista di cosa siamo fatti e come, attraverso gli innumerevoli esempi plastinati di corpi colti mentre giocano a palla o a scacchi, organi interni dissezionati, vasi sanguigni, muscoli come punto di partenza per riflettere su noi stessi e la nostra impermanenza, sul decadimento del nostro fisico, biglietto da visita al mondo.
Questo in modo totalmente diverso (e molto più coinvolgente) rispetto al solo studio sui libri di scienze.
Tutti i corpi presenti nell’esposizione sono reali, appartenuti a uomini e donne i quali hanno dato il consenso a donare il proprio corpo alla scienza post mortem (nonostante in verità si vociferi che questi corpi, dalle fattezze asiatiche, siano stati prelevati in modalità e provenienza non del tutto chiare).
Come cogliamo dal sito ufficiale infatti:
“BODY WORLDS è basata su un proprio programma di donazione del corpo, certificato. Dagli esordi, nel 1982 ad oggi, il registro dei donatori ha superato le 20.000 unità.”
https://bodyworlds.it/
Nata nel 1995 la mostra ha attirato a sè oltre 50 milioni di visitatori, coinvolgendo numerose città nel mondo.
Sembra che in realtà quest’idea sia nata con l’intento di proporre un’assistenza sanitaria preventiva: vedere un paio di polmoni sani in contrapposizione ad un esempio divorato dal cancro porta il visitatore a riflettere sul funzionamento del proprio corpo come non eterno e, dunque, fragile dinanzi alle abitudini malsane che sovente ci soggiogano.
Ogni passo è una riflessione sul proprio sè, a scoprire il proprio corpo come mai prima senza omettere la capacità che la realtà ha di stravolgere la serenità insita nel visitatore: l’87% dei visitatori ha difatti dichiarato di aver arricchito le proprie conoscenze sul corpo umano, ed il 56% all’aumentato interesse e riflessioni sui temi della vita e della morte; in molti sono rimasti colpiti dalla meraviglia del corpo umano per come è realmente e di apprezzare di più il proprio corpo, promettendo il perseguimento di stili di vita più sani.
La tecnica della plastinazione
Grazie a questa tecnica il corpo umano può rimanere intatto come in alcuna forma presente in campo scientifico. Nata nel 1977 per mano di Von Hagen, la plastinazione ha subìto negli anni un sempre maggiore miglioramento nella tecnica conservativa del corpo umano.
Dopo che la persona è deceduta da almeno due-tre giorni, giunge al centro apposito per la plastinazione.
Per fermare il processo di decomposizione viene iniettata della formalina poi vengono seguiti una serie di procedimenti e tecniche che comportano la preparazione del corpo per diverse settimane, sotto la mano sapiente di diversi studiosi e anatomisti.
Dopo aver dissezionato il corpo, il processo di plastinazione prende vita: la salma viene disidratata attraverso un bagno di acetone (al 99%), successivamente viene impregnata di silicone e riposta entro una camera pressurizzata per refrigerarla.
Durante il processo, una pompa sottovuoto estrapola l’acetone fuori dal corpo creando un vuoto nei tessuti permettendo alla plastica di essere aspirata gradualmente in ogni cellula, anche la più minuta.
Dopo tale processo si avvia la fase di modellamento della posa che si vuole dare una volta che il corpo debba essere quindi esposto, attraverso un ulteriore processo molto complicato per mezzo di fili, funi, schiuma ed aghi.
Anche la stessa composizione del corpo in questa fase di lavorazione è una vera e propria forma di arte che richiede maestria, cura e una pianificazione strategica.
Per creare un corpo totalmente plastinato sono necessari dagli 8 ai 12 mesi, anche se in alcuni casi (come i due uomini a cavallo) vi vogliono addirittura anni.
Nell’ultima parte, per irrigidire il corpo definitivamente e poterlo così esporre, viene utilizzato gas e calore in una camera a tenuta d’aria. Tale processo è irreversibile.
Questa mostra è, dunque, un’esperienza di riflessione sulla caducità e su quanto la nostra vita sia solo una fase transitoria, nulla più.