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Tanatologica(mente)

La morte nella visione induista.

Riflessioni sulle altrui culture

Quando pensiamo alla morte, siamo coinvolti nelle cornici di senso legate alla nostra cultura di appartenenza.

La visione occidentale, seppure ricca di sfumature, riporta delle somiglianze e una sorta di linearità nelle proprie ritualità. Quando spostiamo l’attenzione su altre modalità di affrontare la morte, soprattutto nelle culture orientali, non possiamo che rimanerne affascinati.

La filosofia induista prevede un’immagine del corpo mortale come composta da sottili “strati” che avvolgono lo spirito che dimora in noi.

La cremazione rituale risulta essere ancora diffusa in India: rito antichissimo, vede oggi alcuni cambiamenti (ad esempio si dona del denaro anzichè una vacca) ma rimangono solide le finalità della cerimonia.

Dopo le offerte e i diversi riti di espiazione, il corpo del defunto verrà lavato e avvolto in un lenzuolo, coperto di fiori e posto su una pira.

Infine, cosparso di burro fuso, giunge il momento di accendere la pira sacrificale, cosicchè il corpo possa essere offerto in sacrificio.

Il rituale viene attuato vicino all’acqua corrente: una volta raccolte le ceneri, queste vengono poi disperse nel Gange, fiume sacro capace di liberare il defunto da ogni peccato.

Un po’ di mitologia..

Ho trovato molto interessante la visione del viaggio della morte nella tradizione induista. Yama, sovrano dei morti, fu il primo uomo ad aver affrontato il cammino della morte e ad aver raggiunto il rango di Dio dei morti, grazie alla sua virtù (rifiutò invero di unirsi carnalmente alla sorella gemella per dare origine ad una sua progenie).

Il “cammino della morte” implica un giudizio che pesa le azioni umane (tra peccati e meriti) e le anime vengono affidate dunque a “soggiorni” temporanei, infernali o paradisiaci.

Ad esempio,nel soggiorno infernale, è possibile incontrare Ghora, il terribile, Adhahsiras, il capovolto, o Krsna, il nero e le loro diverse torture, tra cui l’essere fatti a pezzi, essere arsi e tante altre azioni ancor più violente.


Questa visione terribile legata al viaggio verso l’aldilà era utilizzata per incentivare una vita virtuosa e creare una paura che monitorasse le azioni dell’individuo nel corso della sua vita terrena.
Dopo il soggiorno infernale era previsto il ritorno nel circolo delle rinascite, fino a quando ogni residuo Karmico sarebbe stato distrutto.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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