Un Museo a cielo aperto nel cuore della Laguna.
Venezia è una città magica, si sa. Meta turistica imprescindibile non è bella solo per le sue antiche botteghe, per i musei, per le sue calli, per le maschere ed il Carnevale, bensì anche per..il suo Cimitero!
Il camposanto veneziano infatti, si trova su un’isola, a cui si accede attraverso l’apposito vaporetto.
L’Isola di San Michele è totalmente dedicata al cimitero urbano della città di Venezia: sembra che nel 1212 fosse stata donata a tre monaci camaldolesi, fondatori di un monastero rimasto in uso sino al 1810, divenendo poi una sorta di prigione per reclusi politici, tra cui passò anche Silvio Pellico.
Nel 1829 divenne dunque sede dei Padri Riformati, che ad oggi hanno in gestione la Chiesa di San Michele, eretta tra il 1468 ed il 1479, in puro stile rinascimentale.
In realtà vi fu una prima scelta verso l’Isola di San Cristoforo, in zona Fondamenta Nuove, incapace di accogliere però tutte le salme della città.
Fu dunque San Michele il luogo scelto per le sepolture dei cittadini veneziani.
Con Annibale Forcellini venne avviato il progetto, a pianta a croce greca con la parte finale a forma ellittica, che terminò nel 1876.
L’atmosfera è quasi surreale: si viene immersi in un giardino fatto di cipressi, pini, querce e magnolie, ma anche roseti profumati. Essere sepolti a Venezia è un privilegio soprattutto secondo alcune personalità illustri, dagli artisti agli scrittori, agli attori e ad alcuni compositori.
Emilio Vedova, pittore ed incisore italiano tra i fondatori della Secessione Italiana; Igor Stravinskij, musicista e compositore russo, la cui tomba è famosissima e meta di pellegrinaggio da parte di turisti di tutto il mondo.
Ma anche Anthony Quinn, attore di origine messicana, Ezra Pound, poeta e saggista statunitense, altresì famosa la tomba dove sono riposte le scarpette da ballerina di danza classica, quella di Sergej Diaghilew.
Da ricordare inoltre Franco Basaglia, psichiatra italiano noto per la Legge 180/1978 e Giuseppe Jappelli, architetto e paesaggista italiano.
Sull’Isola è presente anche una sala, non molto grande, dove sono riposte delle urne cinerarie anche molto antiche, normalmente visitabile.
Fino agli anni ’50 del ‘900 vi si accedeva, il 1° novembre di ogni anno, tramite un ponte fatto con delle barche,il quale permetteva un collegamento tra Venezia e l’isola stessa.
Nel 2019 questa tradizione è stata riproposta, attraverso la costruzione di un ponte temporaneo di 400 metri circa.