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Tanatologica(mente)

L’isola delle bambole

Poco vicino a Città del Messico esiste un’isola poco avvezza al tocco umano, ma popolata da…bambole.

Xochimilco, un’isola dove la natura può agire indisturbata, non solo negli anni è divenuta meta turistica indiscussa nonostante la propria spettralità.

Conosciuta altresì come “Isla de las Muñecas”, difatti risulta essere poco invitante e misteriosa e, per questo, susciterebbe curiosità.

Vi sono ospitate, anzi sono vere e proprie regine 1.500 bambole: legate agli alberi, sedute su pilastri, gettate a terra, ovunque!

Bambole sporche, usate, nude e lasciate alle intemperie e mano del Tempo..

Ma, cosa ci fanno lì, e come ci sono arrivate?

Sin dagli anni ’50 del  900 questa Isola è stata abitata da Don Julián Santana Barrera, un solitario uomo che divenne guardiano della stessa per oltre 25 anni.

Credits: BeeTourist

Gli accade un episodio infausto: in uno dei tanti canali trovò una bimba in procinto di affogare, e non riuscì a salvarla.

PEr molto tempo Barrera sentì le voci e le urla della piccola echeggiare nella propria testa, soprattutto in merito a certe frasi che la bimba urlò prima di affogare: voleva la sua bambola.

Da quel momento in poi, colto dalla paranoia più spasmodica, iniziò a collezionare bambole su bambole, di ogni forma e peculiarità, colte con e in qualsiasi modalità.

Tutto questo, in nome e in memoria della piccina.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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