I crisantemi, piante ornamentali, originarie di molte parti del mondo e con un gran numero di ibridi e varietà, in Italia, sono generalmente associati al lutto.
Nel nostro Paese, i crisantemi popolano i vasi posti sulle tombe dei defunti. La motivazione di tale utilizzo è legata al loro periodo di fioritura: tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre; nel periodo, cioè, in cui cade la ricorrenza dei morti: il 2 novembre, da qui l’associazione di questi magnifici fiori al lutto.
Chrysanthemum L. (abbreviazione di Linneo, da Carl Nilsson Linnaeus, 1707 – 1778; medico, botanico, naturalista e accademico svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi), 1753, è un genere di piante angiosperme (ampia divisione di piante, include quelle annue o perenni con il massimo grado di evoluzione) dicotiledoni (cioè, con due cotiledoni: foglie embrionali carnose che servono a nutrire l’embrione, dalla germinazione fino a quando l’individuo è capace di compiere la fotosintesi) della famiglia delle Asteraceae (grande famiglia di piante dell’ordine Asterales) che include piante erbacee perenni o annuali.
Il nome crisantemo, deriva dal greco, composto di chrysòs, “oro” e, ànthemon, “fiore”.
Queste piante provengono da molte parti del mondo; diffuse dall’Europa alla Cina, sono coltivate per scopi ornamentali, in floricoltura e nel giardinaggio.
I crisantemi possiedono svariate forme: simili a un pompon oppure con una corolla, più o meno grande, singola o multipla. Inoltre, i fiori hanno molteplici colori.
Ci sono almeno 200 specie di crisantemi che differiscono tra loro, per il momento e il tipo di fioritura, ma anche per il portamento e il ciclo vitale.
La coltivazione dei crisantemi varia a seconda della tipologia scelta: annuale o perenne.
La prima si semina in primavera; quella perenne, invece, si moltiplica per divisione dei cespi, praticata sempre in primavera. I perenni sono dotati di fiore grande e coltivati per la produzione del fiore reciso.
In Giappone, il crisantemo è il simbolo ufficiale dell’Impero del Sol Levante; fu associato al trono imperiale (“Trono del Crisantemo”) dall’imperatore Go-Toba nel XII secolo ed è posto nello stendardo imperiale del Giappone.
Attualmente, sullo stendardo è raffigurato un crisantemo dorato, con sedici petali, che spicca su uno sfondo rosso.
Oltre a essere il fiore nazionale, in Giappone, l’imperatore celebra persino una festa in suo onore e ogni anno, apre i giardini della sua Reggia al pubblico, affinché tutti possano ammirare la fioritura di questi particolarissimi fiori.
In Giordania, il disegno di un crisantemo figura in uno scudo in bronzo, dentro lo stemma del Regno di Giordania.
Se in Italia i crisantemi sono associati ai morti, nel resto del mondo, questi fiori coloratissimi hanno tutt’altro significato: si considerano portatori di bene e prosperità; sono donati in occasioni gioiose e di convivialità.
In Oriente, questi fiori sono donati in occasione di comunioni, matrimoni e compleanni; nel Regno Unito sono gradito dono per festeggiare una nascita; in Australia, si regalano per la festa della mamma, probabilmente, per associazione tra la parola “mums” (mamme) e la desinenza del nome del fiore Chrysanthemums; negli Stati Uniti, simboleggiano positività e gioia; in Corea e in Cina, sono i fiori dei festeggiamenti; in Giappone, sono citati in poesie e opere letterarie e rappresentati in drappi e dipinti.
Esistono persino delle leggende, legate ai numerosi petali che costituiscono questo singolare fiore.
Una di queste si svolge in un piccolo villaggio, dove una bambina vegliava la madre moribonda; uno spirito impietosito da tanta sofferenza, apparve alla bambina e le donò una margherita, dicendole di consegnarla alla morte, in quanto gli spiriti avevano accordato a sua madre e a lei di passare insieme tanti giorni quanti erano i petali del fiore.
Svanito lo spirito, la bambina ridusse i petali in striscioline sottilissime. Quando giunse la morte, già avvisata della concessione fatta alla bambina, e vide il fiore così trasformato, concesse anche lei un dono: lasciò che lei e sua madre trascorressero insieme tanti anni quanti erano i petali del fiore e poi se ne andò.
Un’altra leggenda, che ha sempre a che fare con i crisantemi, ha come protagonista un soldato che ugualmente suddivise i petali, in questo caso, per protrarre i giorni di licenza da trascorrere con la sua amata.
Una terza leggenda arriva dal Giappone; narra la triste e romantica storia di due giovani innamorati: lei, figlia di un signore ricco e potente; lui, figlio di umili artigiani. Nonostante si amassero moltissimo, le differenze sociali li separarono irrimediabilmente, ma il dolore era così insostenibile che il giovane scappò e si rifugiò in un monastero, su un’altissima montagna.
La ragazza decise di raggiungere il monastero a piedi, in un freddissimo giorno d’inverno. Non riuscì nel suo intento, ma il suo innamorato avvertì la sua energia e il suo amore e andò a raggiungerla; la trovò in fin di vita, tra neve e gelo. Quando si abbracciarono, la neve si sciolse e sorsero dal terreno dei magnifici steli, con dei grossi fiori bianchi: dei crisantemi.
Anche i colori dei crisantemi hanno un particolare significato:
- il bianco, in Italia, simboleggia il dolore e il lutto; in Oriente e nei Paesi anglosassoni, è emblema di gioia, vitalità e pace; in gran parte del mondo, è indice di amore sincero e onestà
- il giallo simboleggia un amore trascurato e per questo si dona solitamente per farsi perdonare qualcosa
- il rosso è una dichiarazione d’amore
- il viola è scelto per porgere i migliori auguri
- il verde, nei Paesi orientali e anglosassoni, simboleggia salute e vitalità