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Tanatologica(mente)

Bellezze eterne: la mummia di Xin Zhui

Esistono bellezze senza tempo, il cui stato conservativo va oltre ogni concezione contemporanea: un esempio è la mummia di Lady Xin Zhui, deceduta 2100 anni or sono, ma conservata come fosse scomparsa ieri.

Siamo portati a pensare che il termine “mummia” equivalga a qualcosa di fatiscente, vecchio, terribile alla vista. In verità abbiamo riscontrato diversi esempi non solo dall’Antico Egitto ma, anche e soprattutto, dalla Cina.

Lady Xin Zhui, comunemente nota anche come Lady Dai, fu consorte del Marquis Li Cang, è una delle mummie più belle poichè meglio conservate al mondo.

Vissuta in Cina nel periodo della dinastia Han (206 a.C. – 220 d. C.), Lady Dai presenta una pelle invidiabile e capelli e ciglia ancora conservati: sembra addirittura sia possibile piegarne le braccia, nonostante gli oltre 2000 anni dal decesso e dalla stessa sepoltura.

Lady Dai. Credits: realmisterydc.blogspot.com

Lady Dai difatti, si suppone sia morta tra il 178 ed il 145 a.C., a circa 50 anni di età.

La mummia venne trovata casualmente nel 1971 a Chanesha, quando alcuni operai trovarono – scavando per creare dei nuovi rifugi antiaerei – un monumento funebre di dimensioni importanti, appartenente alla dinastia Han.

Insieme al corpo conservato, sono stati trovati oltre mille oggetti in stato conservativo eccellente ma, ciò che più incuriosisce, è il corredo funerario della donna, tra tessuti e cibi esotici.

Nell’insieme infatti sono state trovate 160 statue in legno lavorato, pari al numero dei suoi servitori in vita, e un centinaio di vestiti in seta!

Credits: paperblog.com

La mummia è oggi conservata presso il Museo di Hunan, la cui esposizione è possibile grazie non solo ai moderni metodi espositivi ma soprattutto per l’opera di imbalsamazione antica e diversa rispetto alla prassi egiziana.

Il corpo della donna è stato trovato avvolto da ben 22 abiti di canapa e seta, il viso coperto da una maschera e il tutto sigillato ermeticamente in 7 sarcofagi totali, composti di argilla e carbone, che ne hanno placato la possibilità di far generare un ambiente ostile alla conservazione.

Non solo: oltre a questa accurata preparazione, le analisi hanno accertato la presenza di un liquido conservativo ad oggi non ancora totalmente chiaro per quanto ne concerne la composizione.

Non solo la pelle ed i capelli risultano perfettamente conservati, ma anche il sangue e gli organi interni: gli scienziati sono riusciti infatti ad appurare, facendo delicate e approfondite analisi, che Dai morì per un’ostruzione venosa che ne determinò problemi cardiaci, dovuti anche ad un’assente attività fisica.

Credits: alamystockphoto

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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