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Curiosità

Xolo, il “cane del dio Xolotl”, considerato un simbolo del Messico

Xōlōitzcuintle, noto anche come xolo, è il cane simbolo del Messico. Questa razza canina vanta una storia incredibile, innanzitutto per la sua antichità e poi perché è avvolta da un alone divino.

Xōlōitzcuintle, noto anche come xolo, è il cane simbolo del Messico. Questa razza canina vanta una storia incredibile, innanzitutto per la sua antichità e poi perché è avvolta da un alone divino.

Lo xolo o “cane nudo messicano” ha un aspetto simile a quello di un terrier ed è disponibile in tre diverse taglie: piccola (25-35 cm); media (36-45 cm); standard (46-60 cm).
Il nome di questa particolare razza canina deriva dalla fusione di due termini provenienti dalla lingua Nàhuatl (lingua originaria della popolazione azteca): “Xolotl” e “itzcuintli”.
“Xolotl”, raffigurato spesso con sembianze in parte canine, era il dio della luce e dei lampi; era colui che aveva il compito di traghettare il sole nell’aldilà durante la notte e aiutava i morti nel loro viaggio verso “Mictlan” (il luogo dei morti), ma era anche il dio delle deformità e della morte. “Itzcuintli”, invece, stava ad indicare il cane.

Lo xolo, cane dal carattere dolce e coraggioso, ha un collo allungato e arcuato, la sua groppa è larga, solida e muscolosa. Ha un muso è appuntito, la testa coperta da pochi peli e orecchie a punta. Il suo mantello può essere di tre colorazioni diverse: grigio, marrone scuro o oro.

La razza Xolo è una delle più antiche al mondo ed è originaria dell’attuale Messico. L’aspetto unico di questi animali li rende particolarmente affascinanti, soprattutto per la ricca storia culturale che li riguarda e che risale a secoli fa.

Secondo le leggende dei nativi americani, gli Xolo erano guardiani della notte e del mondo sotterraneo. Si credeva proteggessero dagli spiriti maligni, che fossero compagni di streghe e maghi e guide dei mortali nei momenti difficili. Spesso erano sepolti con i loro proprietari per fungere da guida nell’aldilà: il defunto si sarebbe aggrappato alla coda del cane durante l’attraversamento dei fiumi.

A prova del loro ruolo di mediatori tra mondo terreno e ultraterreno, gli xolo erano spesso rappresentati su statuette in terracotta di coloro rosso scuro, note come le “Colima dogs”. Queste particolari statuette sono state ritrovate in alcune sepolture delle regioni occidentali del Messico.

In occidente, notizie relative a questa razza canina risalgono al XVI secolo, in particolare, ne troviamo nota in alcune opere del missionario spagnolo Bernardino de Sahagún (al secolo Bernardino de Rivera, Ribera o Ribeira; 1499 – 1590), autore di importanti scritti sulla cultura azteca.
Quando giunsero i conquistadores e sottomisero i popoli nativi americani, gli xolo furono perseguitati e quasi si estinsero; il declino di questa razza si accentuò ulteriormente nei secoli successivi.

Nel 1940, la “Federaciòn Canòfila Mexicana”, conscia che gli xolo stavano per scomparire, cercò sostegno in alcune importanti personalità della scena culturale, affinché questa razza canina fosse riconosciuta come emblema del Messico.
Tra coloro che si impegnarono in tal senso ci furono anche due famosi artisti: Frida Kahlo (1907 – 1954) e suo marito Diego Rivera (1886 – 1957).
La pittrice messicana compare spesso ritratta con i suoi cani xolo, compagni di vita, che le restarono accanto nei momenti più terribili della sua malattia e che spesso compaiono anche nei suoi dipinti.

Attualmente, gli xolo, apprezzati per la loro lealtà e intelligenza, sono ritenuti un vero patrimonio culturale riconosciuto a livello internazionale.

In copertina: Codice Borbonico (p. 16) Xolotl è raffigurato come compagno del Sole che tramonta. È rappresentato con un coltello in bocca, simbolo di morte

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