Joahnn Sebastian Bach ha rivestito di note un brano che invoca la morte, il dolce e benedetto riposo per chi è stanco del mondo.
Anche la musica non è rimasta insensibile al tema della morte. Numerosi musicisti hanno affrontato in vario modo una sua interpretazione, affiancando i loro brani musicali alle tante rappresentazioni pittoriche e alle numerose creazioni letterarie. Uno di loro è stato Johann Sebastian Bach (1685-1750) che con “Komm, süßer Tod, komm selge Ruh” (Vieni, dolce morte, vieni benedetto riposo) (BWV 478) si appella direttamente alla morte, vista come una liberazione.
Il brano del compositore tedesco è un canto sacro, per voce sola e basso continuo (detto anche basso figurato, cifrato o numerato, è la parte musicale di una partitura in cui è notato il registro più grave di una composizione. Esso fu regolarmente utilizzato in tutti i generi musicali vocali e strumentali, a partire dal XVII secolo fino alla fine del XVIII) che fu realizzato come contributo da includere nel “Musicalische Gesang-Buch”, una raccolta di 69 canti sacri e arie, di Georg Christian Schemelli (1676 o 1678 o 1680 – 1762; musicista ecclesiastico protestante tedesco), che fu stampata a Lipsia nel 1736.
Il testo del canto, di autore anonimo, è composto da cinque versi e fu scritto intorno al 1724.
La musica di Bach ricalca il testo con il suo andamento lento e cadenzato.
La generale mestizia della melodia e la sobria armonia esprimono il desiderio di morte e del paradiso.
Il brano combina felicemente espressività e semplicità dei mezzi musicali e ciò lo ha reso una delle opere più note del musicista tedesco, infatti, fu incluso in varie raccolte di musica popolare domestica.
La melodia di Bach ha visto diversi adattamenti:
- Alexander Ilyich Siloti (1863-1945), per violoncello e pianoforte
- Max Reger (1873-1916), preludio corale per organo
- Ernst von Dohnányi (1877-1960), materiale tematico per il movimento finale della seconda sinfonia
- Leopold Stokowski (1882-1977), per grande orchestra
- Virgil Fox (1912-1980), per organo Wanamaker (organo gigante installato nel Macy’s Department Store, ex Wanamaker Store, a Philadelphia, Pennsylvania, Stati Uniti)
Testo
1.
Komm, süßer Tod, komm, selge Ruh!
Komm, führe mich in Friede,
weil ich der Welt bin müde,
ach komm, ich wart auf dich,
komm bald und führe mich,
drück mir die Augen zu.
Komm, selge Ruh!
2.
Komm, süßer Tod, komm, selge Ruh!
Im Himmel ist es besser,
da alle Lust viel größer,
drum bin ich jederzeit
schon zum Valet bereit,
ich schließ die Augen zu.
Komm, selge Ruh!
3.
Komm, süßer Tod, komm, selge Ruh!
O Welt, du Marterkammer,
ach! bleib mit deinem Jammer
auf dieser Trauerwelt,
der Himmel mir gefällt,
der Tod bringt mich darzu.
Komm, selge Ruh!
4.
Komm, süßer Tod, komm, selge Ruh!
O, dass ich doch schon wäre
dort bei der Engel Heere,
aus dieser schwarzen Welt
ins blaue Sternenzelt,
hin nach dem Himmel zu.
O selge Ruh!
5.
Komm, süßer Tod, komm, selge Ruh!
Ich will nun Jesum sehen
und bei den Engeln stehen.
Es ist nunmehr vollbracht,
drum, Welt, zu guter Nacht,
mein Augen sind schon zu.
Komm, selge Ruh!
In copertina: particolare del ritratto di Johann Sebastian Bach (a 61 anni) di Elias Gottlob Haussmann, seconda versione della tela del 1746