Queste curiose bambole di porcellana, in voga tra il 1850 ed il 1920, divennero famose di seguito ad un fatto curioso e sconcertante, legato al nome di Charlotte e alla ballata di matrice folk americana che prende spunto dalla poesia “A Corpse going to a Ball“. Scopriamo insieme la storia.
Piuttosto famose in epoca vittoriana, queste deliziose bamboline traggono spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto: la giovane Charlotte, noncurante dei consigli della propria madre in merito al coprirsi adeguatamente per dirigersi al ballo – su una slitta, d’inverno – in modo tale da non celare il proprio abito sontuoso da festa, morì letteralmente di freddo nel tragitto che la doveva portare al ballo durante la notte di Capodanno.
A corpse going to a Ball racchiude nel nome (“Un cadavere che va al ballo”) la poesia di stampo satirico del poeta Seba Smith, di cui si riporta una parte:
La giovane Charlotte viveva sul fianco della montagna, in un luogo solitario e tetro; Nessun’altra abitazione per tre miglia intorno, tranne la branda di suo padre. Eppure, a molte vigilia dell’inverno, i giovani swain si radunavano lì, perché suo padre aveva una dimora sociale, ed era molto bella. […]
I suoi capelli erano neri come le ali del corvo, la
sua pelle era chiara come un giglio,
ei suoi denti erano come le perle di bianco,
nessuno con lei poteva paragonare.
In un villaggio a sole sedici miglia di distanza,
stanotte c’è un ballo allegro,
sebbene l’aria sia gelida, il
suo cuore è caldo e leggero.
E lì guardò con uno sguardo ansioso,
‘Finché non sentì una voce ben nota,
e guidando fino alla porta del cottage,
apparve il giovane Charles nella sua slitta.
La madre a sua figlia disse:
“Queste coperte intorno a te si piegano;
Perché è una notte terribile, sai,
ti prenderai la morte di freddo. “
“Oh no! Oh no! ” gridò il tesoro,
rise come una regina zingara,
“Per cavalcare in coperte imbacuccate,
non ho mai potuto essere visto.”
“Il mio mantello di seta, è abbastanza –
[…]
“Quanto velocemente l’aria gelida
sta raccogliendo sulla mia fronte.”
Con una voce tremante la giovane Charlotte gridò:
“Mi sto riscaldando ora.”
E via cavalcarono sul fianco della montagna,
E attraverso la pallida luce delle stelle,
finché raggiunsero la locanda del villaggio,
e la sala da ballo era in vista.
Quando raggiunsero la locanda, il giovane Charles saltò fuori
e le diede la mano:
“Perché stai lì come un monumento
e non hai il potere di muoverti?”
L’ha chiamata una volta, l’ha chiamata due volte,
lei non ha risposto una parola;
Chiamò di nuovo tutti per la sua mano,
ma lei non si mosse mai”.
A guardarle bene, si tratta di opere in miniatura di bambole in porcellana, di colore bianco o rosa, (raramente in nero) rappresentate nella versione femminile o maschile, quest’ultima con utensili per farsi il bagno, che prendono il nome di Frozen Charlies.
Alte circa 2-3 pollici, non avevano parti mobili ed erano riposte in piccole bare a loro misura e cotte all’interno delle torte cosicché i bambini le trovassero e placassero i loro momenti di pianto e noia.
Questo ci fa capire molto di come la morte (e ciò che rappresentava nell’immaginario collettivo) fosse un evento quotidiano e socialmente accettato, anche attraverso il coinvolgimento dei più piccoli.
Di dimensioni veramente minuscole, erano altresì chiamate bambole da penny, visto il costo di un centesimo per la loro vendita.
Di matrice tedesca, questa moda giunse negli Stati Uniti a partire dal 1870 e in Giappone a partire dalla fine del XIX secolo, proponendo varianti più colorate e ambiziose.
Con il tempo queste bamboline hanno assunto una valenza educativa: i più piccolo potevano cioè trarre insegnamento dalla sventura di Charlotte, che non ascoltò i consigli materni diventando, quindi, un monito significativo, ovvero ascoltare i propri genitori e di dosare bene le propri parole quando si parla con loro.
Non sono rari gli esempi, anche nel Regno Unito, di queste piccole ceramiche in versione ciondolo.
Ad oggi risultano essere pezzi d’antiquariato di elevato pregio e molto ricercate dai più incontenibili collezionisti di rarità, pronti a pagare cifre smisurate pur di averne una.