Diversamente da come siamo abituati a onorare i nostri Morti, nel mese di novembre, in Giappone è usanza ricordarli in piena estate tra il 13 ed il 16 di Agosto.
L’estate è il periodo di svago, rinascita e temporanea pausa dal caos quotidiano, soprattutto in Agosto. Ma se ci spostiamo un poco, in Giappone, scopriremmo che in piena estate avviene una delle feste più attese e importanti, Obon.
Di matrice buddhista, questa festa prevede una serie di cerimonie dedicate alle anime dei Defunti che, secondo tradizione, vagano per le dimore terrene dove eran vissute per ricongiungersi ai propri dolenti, iniziando il viaggio dal 1° di agosto.
Obon deriva dall’etimo Ullambana (“stare appeso a testa in giù”), poi Urabon’e e infine Bon, anche se c’è chi preferisce collegare il nome ad una parola persiana che allude a un qualche cosa tra la vita e la morte.
La Festa delle lanterne è infatti un periodo di 4 giorni molto atteso dalle famiglie poichè si ritiene unico modo per ritrovare i propri cari passati nell’Altrove: viene seguito il calendario lunare – non gregoriano – per il quale Agosto era il 7° mese.
Si è soliti fare delle profonde pulizie entro le case, poi adornate da incensi, luci, frutta e piante, nelle giornate del 13 e del 14 di agosto.
Ogni strada diviene una festa: luci colorate, fiaccole, ceri e Mukaebi ((迎え火), i Fuochi d’artificio di benvenuto che aiutano le anime dei defunti a trovare la giusta via di casa.
Il 15 agosto, Obon (お盆) la giornata mediana, è la festa vera e propria: ci si reca tutti insieme al camposanto, seguendo preghiere buddhiste per proteggere i propri antenati.
Dopo la visita al cimitero, si prosegue con il pranzo rituale, dove non solo i vivi vengono rifocillati bensì anche i loro defunti: pietanze di riso, verdure adagiate su foglie di loto e offerte sui piccoli altari votivi.
Offrire cibo ai defunti aiuta questi a sopportare meglio il dolore e la sofferenza, come accade nella leggenda di Shaka e della madre: questo monaco infatti, famoso per le proprie visioni, ebbe in sogno la madre che, sofferente per la carenza di cibo, stava morendo di stenti.
La sua visione fu la salvezza della donna, a cui venne portato del cibo, riso e bevande alleviandone subito la sofferenza.
Tradizione vuole anche che venga indossato il tradizionale kimono estivo, lo yukata, e si possa mangiare della deliziosa anguria presso dei baracchini lungo la strada, appositamente adornati per la festa.
Il 16 agosto, ultimo giorno di festa (Okuribi 送り火) si riaccendono le fiaccole ed i ceri, le lanterne e i fuochi d’artificio: in tal modo si segnala ai propri cari defunti la strada per tornare nell’Aldilà..non vi è infatti la visione di un Inferno o di un Paradiso, bensì una sorta di via di mezzo dove le divinità e gli antenati proteggono i vivi.
E’ proprio questo il momento in cui si preparano delle piccole barche dove riporre delle offerte e..si lasciano galleggiare delle lanterne sull’acqua, che sia un fiume o qualche rivolo.