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Tanatologica(mente)

Una piccola mummia al Castello di Fumone

Questa è la storia del piccolo Francesco Longhi, un Marchesino originario del Lazio, il cui corpo – sebbene siano passati ormai 200 anni – risulta ancora perfettamente intatto grazie al trattamento di imbalsamazione.

Sicuramente può fare impressione la semplice visione di una mummia ma, ancor di più, la visione di infante imbalsamato.

Similmente al caso di Rosalia Lombardo, Regina indiscussa delle Catacombe palermitane, anche il piccolo Francesco Longhi vede intorno a sè una serie di leggende e storie intrise di fatti paranormali.

Custodito da quasi due secoli nel Castello di Fumone appartenuto alla sua famiglia, il corpo del marchesino trova dimora in una teca che presenta, in un lato della stessa, un vetro da cui poter osservare il corpicino.

Fumone, si deve sapere, è un piccolo e particolare borgo laziale a dir poco…inquietante: la sua bellezza è dovuta al silenzio che ne accarezza le mura, nonostante sia stato teatro di vicende belliche – fu una roccaforte militare – sporcate di sangue e massacri.

All’interno del castello girano voci che i nemici venissero sepolti vivi, o lasciati morire dopo la cattura, le cui anime vaghino ancora entro le mura, indisturbate ma assetate di vendetta.

La stessa morte di Francesco è ammantata dal mistero: deceduto per cause non pervenute a soli 5 anni, era l’ottavo figlio della famiglia Longhi ed unico figlio maschio.

Come ben si sa, date le circostanze, era altresì l’unico erede delle ricchezze della famiglia: causa probabile dell’invidia delle sorelle, sembra che queste avessero escogitato un piano per disfarsi del “problema”.

Francesco dovette iniziare una serie di visite mediche di seguito a continuo malessere e dolori che non trovavano spiegazione alcuna, nonostante tali accertamenti non avessero portato a risultati chiari e a cure capaci di soffocarne i sintomi.

La madre, la Marchesa Emilia Caetani Longhi, nonostante le innumerevoli cure e amore per il marchesino, dovette arrendersi quando questi morì.

Come poc’anzi citato tutti i dubbi e tutte le accuse andarono alle sorelle maggiori: sembra che lo avessero, nel corso dei mesi, avvelenato gradualmente e straziato dall’interno riponendo minuscoli pezzi di vetro nelle sue portate, cosicché fosse impossibile trovare tracce delle crudeltà.

Una delle sorelle in particolare, Anna, destò i maggiori sospetti, già infatti si era macchiata dell’omicidio del fidanzato imposto dalla propria famiglia il quale sarebbe diventato erede di seguito al congiungimento.

La madre non trovava pace, ma trovò – forse – una sorta di conforto nell’imbalsamazione della piccola salma che, in tal modo, poteva rimanere sempre vicino a lei.

Ai giorni nostri appare perfettamente conservato, il volto – coperto da una maschera di cera – lo fa apparire come dormiente.

Le cure materne continuarono anche nel post mortem: lo lavava, lo vestiva, gli parlava, fece in modo di riporgli sempre i suoi giocattoli nella “tomba” di cristallo.

Leggende e presenze paranormali..

Come ogni castello antico e dominato da un velo di mistero, anche quello di Fumone nasconde leggende ed è – ancora oggi – oggetto di studi e ricerche paranormali.

C’è chi afferma di aver visto il piccolo corpo muoversi, chiudere e aprire gli occhi a proprio piacimento o di cambiare addirittura espressione.

C’è chi, invece, suppone che lo stesso imbalsamatore morì in circostanze alquanto misteriose, dopo aver preparato il marchesino.

Alcune fonti narrano che, entro le intercapedini del castello, siano state riposte le ossa di Gregorio VIII, l’antipapa i cui resti, per l’appunto, non vennero mai ritrovati.

Passi, grida, oggetti spostati continuamente sono solo alcune delle stranezze nel Castello:

oltre a diverse presenze maligne che si aggirerebbero entro le mura, ancora presente è il pozzo delle Vergini, tanto profondo da..essere tomba di innumerevoli copri di coloro che giungevano allo Ius primae noctis (il donare la propria verginità al padrone del podere) non più illibate.

Solo dal 1990 i proprietari – Fabio e Stefano d Paolis – hanno reso fruibile al pubblico la struttura del Castello.

E Voi? Andrete a fare una visita?

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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