Ad Otranto è possibile imbattersi nella cappella dedicata ai Santi Antonio Primaldo ed altri martiri della città, in riferimento a coloro che vennero uccisi per aver rifiutato la conversione all’Islam.
Il 14 agosto del 1480 Otranto si rese protagonista di una strage i cui protagonisti furono 813 otrantini trucidati dai turchi all’epoca guidati dal Pascià Gedik Ahmet il quale tentò, senza riuscirvi, a convertirli all’islam.
La città di Otranto venne attaccata per tre giorni di seguito all’arrivo di 90 galee, 40 galeotte e ben 18 mila soldati: gli abitanti cercarono di resistere sino alla migrazione nella cittadella che venne in seguito espugnata.
Il massacro fu estenuante: i ragazzi dai 15 anni in su vennero barbaramente uccisi mentre bambini e donne vennero schiavizzati.
I morti, secondo i dati pervenuti risultarono circa 12 mila.
Il 14 dicembre 1771 Papa Clemente XIV beatificò tutti coloro che rimasero uccisi in questa strage, mentre Papa Francesco, nel maggio 2013 ne canonizzò 12.
Per quanto concerne la storia della Chiesa, venne riedificata nel 1614 per volere di Alfonso d’Aragona il quale la volle espressamente erigere in memoria di coloro che vennero trucidati.
Riedificata proprio perchè l’edificio precedente venne, in virtù del disprezzo da parte dell’impero ottomano verso il cristianesimo usato come stalla.
In merito al posizionamento delle reliquie, esse vengono custodite entro l’abside della Cattedrale, all’interno di una cappella dedicata.
Il 13 ottobre del 1481 i resti pervenuti di coloro che vennero uccisi risultarono incorrotti e quindi portati nella Cattedrale di Otranto: inizialmente posizionati in un’altra cappella, a partire dal 1901 sono state traslate sotto l’altare che le ospita ancora oggi.