Nel capitolo precedente abbiamo esplorato come i cosiddetti “santoni” moderni, con le loro tariffe altissime e conti bancari esteri, sfruttino la vulnerabilità psicologica delle persone alla ricerca di risposte. Abbiamo visto come si avvalgano di una finta aura di mistero per manipolare chi, in momenti di debolezza, cerca conforto, risposte o semplicemente speranza. Tuttavia, non possiamo fermarci qui. Perché, se è vero che l’inganno prolifera dove c’è bisogno, è altrettanto vero che la luce della verità e della spiritualità genuina esiste. E in contrapposizione a chi abusa della fede e della spiritualità per scopi personali, ci sono figure che incarnano davvero il mistero del divino, offrendo un esempio di umiltà, dedizione e sacrificio.
Tra questi, spiccano santi e mistici che hanno attraversato le difficoltà della vita senza mai cedere alla tentazione del denaro o del potere, figure che, con i loro doni straordinari, hanno ispirato milioni di persone. Qui, voglio rendere omaggio a queste anime straordinarie, figure come Padre Pio, Carlo Acutis e Giorgio Bongiovanni, che si distinguono nettamente da chi mercifica la spiritualità.
Padre Pio: Il Santo delle Stimmate
Uno dei casi più emblematici di vera spiritualità è senza dubbio quello di Padre Pio da Pietrelcina. Nato nel 1887, Padre Pio ha vissuto una vita di sofferenza e servizio agli altri, caratterizzata da fenomeni mistici che hanno affascinato credenti e scettici. Le sue stimmate, visibili e dolorose, lo resero un simbolo vivente del sacrificio di Cristo. Nonostante la popolarità, Padre Pio non ha mai cercato ricchezza né fama: il suo unico scopo era aiutare chi si rivolgeva a lui con purezza d’animo, spesso senza chiedere nulla in cambio.
Ciò che rende la sua storia così significativa è che, pur possedendo doni soprannaturali, dalla bilocazione alla capacità di leggere nel cuore delle persone, egli affrontò sempre la sua vita con umiltà. Non solo: fu anche perseguitato e guardato con sospetto dalla stessa Chiesa, che gli impose delle restrizioni, temendo che i suoi doni fossero in qualche modo “falsi” o fuori controllo. Tuttavia, Padre Pio accettò le sue prove con serenità, continuando a servire la fede fino alla morte, nel 1968.
La conservazione del suo corpo, tuttora oggetto di venerazione, è un ulteriore simbolo del suo mistero e della sua connessione con il divino. A differenza dei falsi santoni, che vendono le loro “rivelazioni” come un prodotto da acquistare, Padre Pio ha sempre offerto le sue doti a chiunque ne avesse bisogno, senza alcuna pretesa materiale.
Egli rimane un esempio vivo e potente di ciò che significa vivere una vita dedicata alla spiritualità autentica nonostante, come spesso accade, la sua figura non è stata immune a fenomeni di speculazione e mercimonio.
Padre Pio non ha mai cercato né fama né ricchezza: il suo unico scopo era aiutare chi si rivolgeva a lui con purezza d’animo, spesso senza chiedere nulla in cambio. Le sue capacità di bilocazione e di leggere nel cuore delle persone lo hanno circondato di un’aura di mistero, ma nonostante la crescente fama, rimase una figura di assoluta umiltà e non solo… affrontò anche numerose persecuzioni e sospetti da parte della stessa Chiesa cattolica, che lo osservava con cautela, temendo che i suoi fenomeni fossero in qualche modo “falsi”. Egli fu persino allontanato dai suoi fedeli per periodi di tempo, durante i quali gli fu proibito di celebrare la Messa in pubblico o di confessare. Tuttavia, Padre Pio accettò tutte queste prove con serenità, continuando a servire la fede e il prossimo fino alla morte, avvenuta nel 1968.
La sua vita fu un esempio straordinario di spiritualità vissuta nel quotidiano, con un profondo legame con il divino, testimoniato non solo dai suoi doni mistici ma anche dalla sua capacità di toccare i cuori delle persone attraverso il consiglio e la preghiera.
Uno dei più grandi lasciti di Padre Pio, a testimonianza del suo vero spirito di servizio, è la fondazione della Casa Sollievo della Sofferenza, un ospedale nato per assistere i malati e i bisognosi, costruito nel 1956 a San Giovanni Rotondo. Quest’opera, definita dallo stesso Padre Pio come “la creatura della Provvidenza”, è ancora oggi una struttura medica d’eccellenza, simbolo tangibile della sua missione di amore verso gli ammalati.
La costruzione dell’ospedale è un esempio lampante del desiderio di Padre Pio di andare oltre le manifestazioni esteriori della sua spiritualità, offrendo un contributo concreto e duraturo alla comunità. Tuttavia, mentre la sua opera si è concentrata sull’aiutare i bisognosi, negli anni a seguire, attorno alla sua figura si è sviluppato un mercato lucrativo che contrasta con i suoi insegnamenti.
Speculazione e Mercimonio: il Paradosso del Culto
Dopo la sua morte e canonizzazione, la venerazione verso Padre Pio è cresciuta enormemente, trasformando San Giovanni Rotondo in una delle mete di pellegrinaggio più visitate al mondo. Se da un lato questo ha generato un immenso flusso di fedeli e visitatori, dall’altro ha dato origine a un fenomeno di mercificazione della sua immagine, che stride profondamente con il messaggio di umiltà e carità che il Santo stesso ha rappresentato.
Oggi, San Giovanni Rotondo è una cittadina trasformata dal turismo religioso, in cui si trovano centinaia di bancarelle che vendono articoli religiosi legati alla figura di Padre Pio: statue, rosari, immaginette e ogni sorta di gadget con il suo volto. Se da un lato questi oggetti aiutano a mantenere vivo il ricordo del Santo, dall’altro, l’enorme commercializzazione della sua immagine ha portato inevitabilmente a una forma di speculazione che sembra contraddire i valori per i quali Padre Pio ha vissuto. A tutto questo si aggiunge il progetto della nuova chiesa, costruita nel 2004, la Chiesa di San Pio, un’opera architettonica imponente progettata dall’architetto Renzo Piano, con una capacità di accogliere migliaia di pellegrini. Se da un lato l’opera ha l’obiettivo di ospitare degnamente la marea di fedeli, dall’altro non sono mancate critiche sulla spettacolarizzazione del culto e sugli enormi investimenti economici che hanno circondato la sua realizzazione. Questo, unito alla presenza di alberghi lussuosi nei dintorni, ha sollevato il problema del commercio e della speculazione che ruotano attorno al culto di Padre Pio, trasformando un luogo di devozione in un centro commerciale della spiritualità.
Il Paradosso della Fede Commercializzata
Il caso di Padre Pio ci pone di fronte a un paradosso scomodo: come può la vera spiritualità, incarnata in una figura così umile, trasformarsi in un fenomeno economico che spesso sconfina nello sfruttamento commerciale? La risposta risiede nella natura umana stessa e nella nostra società moderna, che tende a consumare tutto, persino la fede. Dove c’è fede, c’è spesso il rischio che qualcuno cerchi di trarne un profitto, trasformando il sacro in una merce da vendere. Il fenomeno che vediamo attorno a Padre Pio non è nuovo: anche in passato, molte figure religiose sono state oggetto di mercimonio, e oggi l’impatto dei mass media e del turismo di massa ha esacerbato questo aspetto.
Tuttavia, è essenziale fare una distinzione tra la figura di Padre Pio e il fenomeno che si è creato attorno a lui. La sua vita e il suo messaggio rimangono puri, nonostante la speculazione che ha proliferato nel tempo. E se da un lato possiamo criticare l’eccessiva commercializzazione, dall’altro non possiamo ignorare l’impatto positivo che la sua opera, come l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, continua ad avere nel mondo.
Alla luce di tutto ciò, possiamo trarre una lezione fondamentale: la vera spiritualità non si piega mai alla logica del guadagno. Nonostante le dinamiche moderne di mercificazione della fede, esistono figure come Padre Pio, un faro di luce nella confusione spirituale del mondo contemporaneo. In un’epoca in cui i falsi santoni cercano di manipolare i cuori e le menti delle persone per interesse personale, è importante ricordare che la vera fede si manifesta nel servizio disinteressato agli altri, proprio come ha fatto Padre Pio per tutta la sua vita.
Nella nostra ricerca della verità e della spiritualità autentica, è essenziale mantenere una consapevolezza vigile e critica. La fede non dovrebbe mai essere sfruttata, ma vissuta come un percorso di crescita e di servizio. E mentre riconosciamo l’eredità di figure come Padre Pio, dobbiamo anche essere coscienti dei pericoli di una spiritualità trasformata in business. Il discernimento ci permette di guardare oltre il velo dell’apparenza e delle illusioni, distinguendo tra chi realmente incarna la luce divina e chi cerca solo di lucrare sulla nostra sete di verità.
Carlo Acutis: il Santo del Digitale

Mentre il mondo è pieno di figure che sfruttano la spiritualità per fini personali, è importante ricordare che esistono anche esempi straordinari di giovani che hanno incarnato una fede pura e disinteressata. Tra questi, una delle figure più affascinanti e attuali è quella di Carlo Acutis, un ragazzo milanese proclamato beato nel 2020 e recentemente divenuto un simbolo di spiritualità moderna e genuina.
Carlo nacque nel 1991, in un periodo di grandi cambiamenti sociali e tecnologici. Cresciuto in una famiglia agiata, con genitori poco praticanti, Carlo si è distinto sin da bambino per una fede sorprendentemente profonda, alimentata da una precoce devozione all’Eucaristia e alla Madonna. Tuttavia, ciò che rende unica la sua figura è la sua capacità di coniugare la spiritualità tradizionale con la modernità del suo tempo, in particolare l’uso della tecnologia.
L’evangelizzazione digitale è uno dei segni distintivi del percorso spirituale di Carlo Acutis. Appassionato di informatica, usò il suo talento per creare un sito web dedicato ai miracoli eucaristici, con l’intento di far conoscere il mistero dell’Eucaristia a quante più persone possibili. Attraverso il web, Carlo voleva aiutare gli altri a comprendere la profondità della fede cristiana, in particolare il significato dei sacramenti e dei miracoli legati all’Eucaristia.
Carlo Acutis, le cui spoglie si trovano ad Assisi, nella chiesa di Santa Maria Maggiore – Santuario della Spogliazione, rappresenta una figura sorprendente per la sua semplicità e modernità: un adolescente che amava i videogiochi, la tecnologia, e al tempo stesso viveva una vita interiore di intensa spiritualità. La sua spiritualità concreta si esprimeva non solo attraverso la preghiera e la devozione, ma anche nel suo impegno verso il prossimo. Carlo dedicava il suo tempo libero ad aiutare i poveri e i bisognosi, con una naturalezza disarmante, convinto che “Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie“, una frase divenuta simbolo della sua missione di autenticità e di invito a vivere pienamente il proprio rapporto con Dio. In un mondo che spinge all’omologazione e premia la mediocrità, questa esortazione risuona come un richiamo potente a riscoprire la propria unicità, ad avere il coraggio di essere sé stessi senza paura del giudizio, e a vivere con fede e determinazione il progetto che Dio ha riservato per ciascuno di noi.
Un Corpo Integro e il Mistero della Santità
Uno degli aspetti più sorprendenti della storia di Carlo Acutis riguarda la misteriosa conservazione del suo corpo. Dopo la sua morte prematura nel 2006, a soli 15 anni, il suo corpo è stato riesumato nel 2019, in preparazione alla beatificazione. Si scoprì che era ancora incorrotto, un fenomeno raro che ha lasciato molti stupefatti, rinforzando l’aura di santità che circondava il giovane.
Nel contesto cattolico, la conservazione incorrotta del corpo di un santo è considerata uno dei segni tangibili della grazia divina. Anche se il corpo di Carlo non è stato dichiarato formalmente “incorrotto” dalla Chiesa (poiché era stato trattato per la sepoltura), dichiarazioni confermate anche dalla diocesi di Assisi che ha chiarito: “il corpo di Carlo Acutis, pur essendo ben conservato, non era completamente incorrotto. Durante la riesumazione, è stato osservato che il corpo mostrava segni di decomposizione, il che esclude l’idea di un miracolo in senso stretto. Tuttavia, la conservazione del corpo è stata definita “notevole” considerando il tempo trascorso dalla sua morte.”
A differenza delle figure mediatiche o dei cosiddetti “santoni” che capitalizzano sull’interesse delle persone per il mistero, Carlo ha sempre vissuto la sua spiritualità in modo umile e riservato. Mentre i falsi santoni approfittano della vulnerabilità spirituale delle persone, creando un circo di misticismo commerciale, la spiritualità di Carlo Acutis si distingue per la sua assoluta autenticità. Egli non ha mai cercato fama né seguito, non ha sfruttato il suo talento per ottenere notorietà. Al contrario, ha vissuto la sua fede nel modo più semplice e concreto, aiutando gli altri e diffondendo il messaggio cristiano con gli strumenti che la modernità gli offriva. Non ci sono state speculazioni o mercimonio attorno alla figura di Carlo Acutis quando era in vita. Tuttavia, di recente, alcuni episodi di commercio illecito di false reliquie del ragazzo hanno cercato di strumentalizzare la sua immagine per fini economici. Nonostante questi tentativi, il messaggio che ci lascia rimane puro e privo di interessi materiali, testimoniando la genuinità della sua fede e del suo esempio di vita autentica.
La sua storia ci invita a riflettere su come la tecnologia, spesso vista come un nemico della spiritualità, possa invece essere usata come strumento di evangelizzazione e di diffusione della fede. Carlo ha dimostrato che si può vivere una spiritualità profonda e radicata anche nel mondo moderno, utilizzando gli strumenti del proprio tempo non per esaltare se stessi, ma per condividere un messaggio di amore e di fede.
Carlo Acutis è la dimostrazione vivente di come la spiritualità autentica non abbia bisogno di spettacolarizzazione o di false promesse. La sua vita è stata una testimonianza silenziosa, ma potente, di ciò che significa essere cristiani nel mondo contemporaneo. In un’epoca in cui molte persone cercano risposte rapide e superficiali attraverso i falsi guru e santoni, Carlo ci mostra che la verità è semplice e che la vera spiritualità si vive nel quotidiano, nel servizio al prossimo, nella preghiera sincera e nell’autenticità delle azioni. Il suo esempio ci invita a rifiutare le scorciatoie spirituali offerte da figure ingannevoli che cercano di vendere una “spiritualità pronta all’uso”. Carlo ci insegna che il cammino spirituale è fatto di piccoli gesti, di dedizione costante e di una ricerca sincera del rapporto con Dio.
In un’epoca in cui è facile essere ingannati da falsi profeti, la figura di Carlo Acutis risplende come un faro di luce e speranza. La sua vita dimostra che la vera spiritualità non ha bisogno di manifestazioni straordinarie o di rivelazioni sensazionali. La fede autentica si manifesta nell’umiltà, nella semplicità e nel servizio agli altri.
Così come Padre Pio rappresentava un modello di santità in un tempo di grande difficoltà, oggi Carlo Acutis ci invita a riscoprire la purezza della fede nella nostra società moderna, dove il digitale può diventare uno strumento di evangelizzazione e non un mezzo di distrazione. La sua eredità ci sfida a vivere la nostra fede con autenticità e a guardare oltre le apparenze e le illusioni che molti falsi santoni continuano a vendere.
Carlo ci ricorda che tutti possiamo essere originali, ma per farlo dobbiamo rimanere fedeli alla verità, resistendo alla tentazione di seguire scorciatoie spirituali o di cercare risposte immediate in un mondo sempre più frenetico. In questo, la sua figura diventa un modello ispiratore per le nuove generazioni, un richiamo a vivere con cuore puro e connesso alla vera fonte della fede: il nostro “Io Sono”, in equilibrio con il mondo e con l’universo.
Giorgio Bongiovanni, un Fenomeno Controverso
Giorgio Bongiovanni è una figura complessa e affascinante, un ex imprenditore calzaturiero la cui vita ha preso una direzione inaspettata e profonda, segnata da esperienze mistico-spirituali che hanno trasformato la sua esistenza e il suo scopo.
Nato in Sicilia, Bongiovanni avviò la sua carriera come imprenditore nel settore calzaturiero nelle Marche, dove ottenne notevoli successi. La sua vita all’inizio sembrava quella di molti altri: lavoro duro, ambizioni e sogni di prosperità. Ma dietro l’apparente tranquillità della sua vita professionale si nascondeva un’anima inquieta, in cerca di significato e verità.
Oltre alla sua dimensione spirituale, Bongiovanni si è distinto anche per il suo impegno nel giornalismo d’inchiesta. È infatti fondatore e direttore di Antimafia Duemila, una testata giornalistica dedicata all’analisi e alla denuncia dei fenomeni mafiosi, con un focus sulle attività della criminalità organizzata e sulle indagini giudiziarie. Attraverso la sua redazione, ha dato voce a magistrati, giornalisti e attivisti impegnati nella lotta contro la mafia, diventando un punto di riferimento nel panorama dell’informazione investigativa in Italia.
La chiamata spirituale
Nel 1989, Giorgio ha vissuto un’esperienza che ha cambiato il corso della sua vita. Durante un viaggio a Fatima, in Portogallo, ha avuto un visaggio che ha segnato un momento cruciale. Secondo il racconto di Bongiovanni, di amici e altre persone presenti, durante una preghiera intensa, ha sentito la presenza della Santa Vergine Maria, che gli ha comunicato un messaggio di amore e di responsabilità verso l’umanità. Nello stesso contesto Giorgio ricevette le stimmate, le ferite miracolose che replicano quelle di Gesù Cristo sulla croce. risvegliando in lui una consapevolezza profonda riguardo al suo ruolo nel mondo e alla necessità di impegnarsi per il bene altrui.
Queste ferite, che lui stesso ha descritto come segni di sofferenza e di amore, hanno rappresentato per lui non solo una connessione mistica con la figura di Cristo, ma anche una chiamata a impegnarsi nella lotta contro le ingiustizie e i mali del mondo.
Dopo l’esperienza a Fatima, Giorgio decise di abbandonare la sua carriera imprenditoriale, donare tutto ai propri dipendenti, e dedicarsi completamente alla sua nuova missione spirituale. Iniziò a viaggiare per l’Italia e per il mondo, parlando del suo incontro con la Santa Vergine e condividendo il messaggio che aveva ricevuto. Attraverso conferenze, incontri e apparizioni pubbliche, ha cercato di sensibilizzare le persone sulla necessità di un cambiamento interiore e collettivo.
La sua figura, naturalmente, ha suscitato dibattiti e controversie. Alcuni lo considerano un profeta e un mistico, mentre altri lo accusano di autoproclamarsi e di cercare notorietà. Le stimmate e i suoi messaggi sono stati oggetto di scrutinio, e Giorgio ha spesso risposto alle critiche con fermezza, sostenendo la sincerità della sua esperienza e l’importanza del suo messaggio. Nel corso degli anni, Giorgio ha attratto un seguito di fedeli e sostenitori, creando una comunità che condivide le sue convinzioni. Le sue esperienze e le sue visioni sono diventate una fonte di ispirazione per molti, che vedono in lui una guida spirituale in un mondo spesso confuso e instabile.
Oggi, Giorgio Bongiovanni è conosciuto come un uomo di fede, un mistico e un testimone di esperienze spirituali che hanno segnato profondamente la sua vita. La sua storia, che attraversa la trasformazione da imprenditore a figura spirituale, continua a suscitare interesse e dibattito, riflettendo la complessità della condizione umana e la ricerca incessante di significato e verità in un mondo in costante cambiamento. La sua esperienza a Fatima e le stimmate sono divenute simboli della sua missione, un richiamo alla responsabilità e all’amore universale.
Analisi delle ferite
Dopo la loro apparizione, le stimmate di Bongiovanni sono state oggetto di studi e esami da parte di medici e specialisti. Le analisi hanno riguardato diversi aspetti:
1. Aspetto fisico delle ferite: Le ferite di Bongiovanni sono state descritte come profonde e sanguinanti, e in alcuni casi sono state osservate in modo intermittente, apparendo e scomparendo senza un chiaro motivo fisiologico. Queste caratteristiche hanno sollevato domande riguardo alla loro natura e origine.
2. Analisi mediche: Alcuni medici hanno eseguito esami clinici per valutare le stimmate, cercando di comprendere se potessero avere una spiegazione scientifica. In alcune occasioni, è stata eseguita l’analisi del sangue presente nelle ferite, e sono stati condotti studi per escludere cause patologiche, come infezioni o malattie della pelle.
3. Interviste e testimonianze: Oltre agli esami clinici, sono state raccolte numerose testimonianze di persone che hanno assistito alla manifestazione delle stimmate. Queste esperienze hanno contribuito a creare un’aura di mistero intorno a Bongiovanni e alla sua figura.
Analisi del sangue
Le analisi del sangue di Bongiovanni hanno suscitato particolare interesse. È stato affermato che il sangue che fuoriusciva dalle ferite avesse caratteristiche particolari, come:
1. Composizione: Alcuni ricercatori hanno analizzato la composizione del sangue, cercando di determinare se presentasse anomalie rispetto a un normale campione di sangue umano. Tuttavia, i risultati non sono sempre stati conclusivi.
2. Caratteristiche organolettiche: Sono state riportate osservazioni sul fatto che il sangue di Bongiovanni apparisse di una tonalità e di una consistenza diversa da quelle del sangue normale, alimentando ulteriormente le speculazioni sul suo significato.
3. Significato simbolico: Oltre all’aspetto fisico, il sangue è spesso considerato un simbolo di vita e sacrificio nella tradizione cristiana. Le ferite di Bongiovanni e il sangue che ne deriva sono stati interpretati da molti come un segno di sofferenza e amore divino, evocando l’immagine del sacrificio di Cristo.
I suoi sostenitori vedono nelle stimmate una manifestazione autentica di fede e un segno di una chiamata divina. Per molti, la loro presenza rappresenta un messaggio di amore e redenzione. Gli scettici seriali, al contrario, mettono in dubbio la veridicità delle stimmate, suggerendo che possano essere il risultato di fenomeni psicologici o fisici, come l’auto-infliction o altre spiegazioni più prosaiche, il tutto senza fornire una spiegazione scientifica definitiva sulle loro tesi.
Le ferite e il sangue di Giorgio Bongiovanni restano un argomento complesso e controverso, che continua a sollevare interrogativi sia tra i credenti che tra i scettici. Le analisi scientifiche, pur fornendo alcuni spunti, non hanno chiarito completamente la natura delle stimmate, lasciando aperta la questione della loro autenticità e significato. In ogni caso, la figura di Bongiovanni e le sue esperienze mistico-spirituali continuano a ispirare e sfidare la comprensione tradizionale del sacro e del misterioso. Anche se la sua figura divide opinioni, non si può negare che il suo percorso sia radicato in una profonda ricerca spirituale. Pur avendo fenomeni straordinari, come le stimmate, Bongiovanni non ha sfruttato questi doni per accumulare ricchezza o fama. Al contrario, è sempre stato chiaro sul fatto che il suo messaggio sia un appello all’umanità a cercare un risveglio interiore e a prestare attenzione ai segni divini e cosmici che ci circondano.
L’Importanza del Discernimento
Le figure descritte, ognuna con il proprio percorso unico, hanno una caratteristica comune: non hanno mai chiesto nulla in cambio per i loro doni spirituali, e non hanno sfruttato la vulnerabilità delle persone per arricchirsi. Al contrario dei falsi santoni che abbiamo descritto nel capitolo precedente, la loro vita è stata e continua ad essere un esempio di sacrificio e dedizione. Questo ci porta alla riflessione fondamentale: nella ricerca della spiritualità, è essenziale il discernimento. Viviamo in un’epoca in cui la spiritualità è spesso mercificata, e diventa sempre più difficile distinguere tra chi è mosso da un vero desiderio di aiutare e chi invece sfrutta la fede degli altri. Tuttavia, la storia di figure come Padre Pio, Carlo Acutis e anche Giorgio Bongiovanni ci ricorda che la vera spiritualità è fatta di umiltà, sacrificio e un servizio genuino al prossimo.
Queste figure straordinarie ci dimostrano che, oltre il velo dell’inganno, esiste una luce che illumina coloro che sono sinceramente in cerca della verità. E, mentre ci confrontiamo con i falsi santoni e i truffatori, dobbiamo sempre ricordare che la vera spiritualità non ha bisogno di essere venduta, perché è un dono che si dona, senza condizioni.
Tratto dal libro: “Oltre il Velo” di Nino Colonna