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Curiosità Tanatologica(mente)

Il Milite Ignoto. Storia di morte, guerra e memoria

Alla fine del Primo conflitto mondiale, ogni nazione coinvolta nel conflitto decise di onorare i propri Caduti scegliendo la salma di un Milite Ignoto da riporre entro un apposito sacrario celebrando in tal modo un sentimento di eroismo e di unione nella collettività, provata dalla morte di massa come mai prima.

La Grande Guerra ha portato con sè storie di sangue, addii, lontananze, memoria e perdita della visione della quotidianità sino ad allora percepita.

Il Milite Ignoto di cui parleremo in questo articolo è quello custodito entro il Sacello del Vittoriano, a Roma, e quando facciamo riferimento a questo Soldato senza nome il pensiero volge proprio ad un milite il cui corpo non ha avuto identificazione.

Questo fenomeno, l’erezione cioè di un monumento dedicato ai Militi Ignoti si diffonde pochi anni dopo la fine del conflitto, dalla Francia all’Inghilterra: fu proprio a Parigi che, l’11 novembre del 1920, sotto l’arco di Trionfo venne deposta la primissima tomba dedicata ad un Milite Ignoto, seguita poi da quella di Westminster, in Inghilterra.

La sua sepoltura è dunque simbolica, in onore di tutti i Militi che non hanno avuto degna sepoltura nè tantomeno riconoscimento dopo il decesso: questo, talvolta per mancanza della piastrina di riconoscimento o per cause legate ai conflitti – esplosioni e colluttazioni – in cui il soldato è stato direttamente coinvolto.

Per quanto concerne in particolar modo l’Italia, nel 1921 venne presentato un Disegno di Legge attraverso il quale il Ministero della Guerra stabilì che venissero esplorate tutte le aree in cui fosse stata combattuta la guerra nel PAese:

dagli Altipiani al Carso, dal Montello al Piave vennero recuperate 11 salme provenienti dal Grappa, Montello, Dolomiti e Rovereto, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo e Basso Piave, dal San Michele e da Castegnevizza.

La carrozza utilizzata per il lungo viaggio del Milite Ignoto. Credits: Il Piccolo

Era il 4 novembre del 1921 quando in Italia si decise di riporre la salma del Milite Ignoto presso il Vittoriano – Altare della Patria (conosciuta ai più come “la macchina da scrivere“) il giorno del 3° Anniversario della Vittoria.

Come avvenne la scelta del Milite?

Fu ad Aquileia, tra le 11 salme poc’anzi menzionate, che Maria Bergamas – Madre di Antonio, un Sottotenente irridente disperso – venne scelta come figura simbolica di tutte le madri che persero il proprio figlio – o figli – in battaglia.

A Lei, l’arduo compito di sceglierne una ed una soltanto: giunta entro il Duomo di Aquileia, cadde in ginocchio davanti al decimo dei feretri: in uno di essi, chissà, poteva esserci proprio suo figlio. La scena rimane sicuramente una delle più strazianti (per chi volesse, è possibile vedere il filmato originale: minuto 1:26 https://www.youtube.com/watch?v=4ZUSFbaNKgw ).

Una volta scelto il feretro, iniziò il suo viaggio: portato in spalla dai Soldati, seguirà il viaggio verso la città di Roma, documentato nel filmato “Gloria, apoteosi del Soldato Ignoto”, a cura della Cineteca del Friuli.

Venne quindi organizzato un convoglio che ne trasportò le spoglie a passo d’uomo, passando per Aquileia, Venezia, Bologna, Firenze e Roma, destinazione per la tumulazione finale.

Vi presenziarono mutilati di guerra, vedove, le rappresentanze dei combattenti, le madri dei caduti, ed il Re.

Decorato con la Medaglia d’oro al Valor militare, il Milite Ignoto è, ancora oggi, ““Degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà, resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della patria. (Esercito.difesa.it)” .

Maria Bergamas, originaria di Gradisca d’Isonzo e, a destra, il primo piano dei feretri entro il Duomo di Aquileia. Credits: Vanilla Magazine
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