Storia di una strega protagonista di una tragicommedia.
Proprio da una storia vera è tratta una tragicommedia del 1621, “The Witch of Edmmonton“,
di Thomas Dekker, John Ford e William Rowley.
La trama è infatti ispirata ad un fatto accaduto poco tempo prima della stesura del testo, secondo il quale Elizabeth Sawyer,
condannata e processata poi per stregoneria, di seguito alle umiliazioni del vicinato vendette la propria anima a Satana,
che la fece ritornare sulla Terra sotto forma di cane, parlante, il cui nome era Tom.
Il racconto prende proprio spunto dal processo per stregoneria ad Elizabeth,
nella città di Winchmore Hill, giustiziata nell’aprile del 1621 con l’accusa di avere rapporti con il demonio.
La storia di Elizabeth, già rinarrata da Henry Goodcole in “The wonderful discoverie of Elizabeth Sawyer“,
viene reinventata dai tre autori in maniera più umana e delicata, in cui per l’appunto la stessa Sawyer viene
rappresentata come una creatura stanca delle vessazioni dei propri vicini di casa, inoltre sola ed anziana.
Condanna attuata per mano e volere di Giacomo I d’Inghilterra, forte persecutore di streghe e sostenitore
della caccia a queste ultime, tanto che rimase famoso per alcune importanti persecuzioni a danno di queste povere donne.
Nel 1859 infatti, il processo di North Berwick vide protagoniste oltre 70 persone per aver causato una tempesta,
per una durata di circa due anni.
Processo terminato con un rogo coattivo, per un totale, durante il regno di Giacomo I, di circa 1500
persone giustiziate, tra cui anche uomini accusati di stregoneria oltre che donne.
Ciò che comunque questa tragicommedia sottolinea, oltre la tragicità della circostanza della caccia alle streghe,
è come tali soggeti fossero vittime di una società opprimente, dove spesso sono donne povere,
isolate ed anziane ad essere vittime dello stesso specchio sociale dell’epoca.