Nella parte più antica de il Cairo, troviamo Al-Qarāfa, la città dei morti ovvero il cimitero musulmano dall’estensione di ben 10 chilometri dove i vivi con-vivono con i morti.
Per la nostra visione occidentale, tale atto – una convivenza con i nostri defunti – sembrerebbe alquanto bizzarro, irrispettoso o addirittura impossibile.
In realtà ad Al-Qarāfa tale realtà è ormai prassi di secoli e secoli in cui epoche varie si sono cristallizzate, mantenendo un legame profondo tra i viventi e coloro che non ci sono più.
Sii stima circa la presenza di un milione di egiziani che vivono entro la città dei morti, suddivisa in molteplici quartieri come fosse – per l’appunto – una vera e propria urbe.
Palazzi che si intrecciano a tombe adibite a dimore, seguendo sempre una linea architettonica artistica ed unica al mondo.
Morte e Vita convivono entro un flusso ibrido senza eguali che ha origine dal 684 d.C., ma solo nel 1320 si iniziò a costruire edifici veri e propri in occasione dell’espansione della città di Qarafa.
Palazzi per i viventi, in tal modo, vennero costruiti fianco a fianco delle tombe, creando così un luogo dove vita e morte convivono come per osmosi.
Questo enorme cimitero è suddiviso in 4 macro zone ovvero: Al-Qarafa al-Kobra; Cimitero di al-Imam; Il Cimitero di al-Qadiriya ed Il Cimitero di al-Khalifa.
Sono presenti differenti opere di prestigioso interesse e appartenenti a diverse epoche, tra cui annoveriamo mausolei, cenotafi, tombe e santuari oltre che una Moschea.
La vita scorre nel silenzio rispettoso tutto dedicato ai defunti in un clima di sacralità senza eguali al mondo.