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Tanatologica(mente)

Hel, la Dea della Morte

Nel culto nordico, Hel è la Dea che impersonifica gli Inferi e, soprattutto la Morte.

Secondo la storia che la riguarda, Hel ebbe già dalla sua nascita una particolarità, invero l’essere partorita dal padre Loki, dio dell’inganno e non dalla madre Angrboda, una gigantessa poichè egli aveva la capacità ed il dono di creare figli.

E sembra anche che appena dopo il primo gemito e l’apertura dei suoi occhi, con la nascita di Hel comparvero le prime malattie che – ad oggi – affliggono ancora l’essere umano.

Il suo aspetto non è tra i migliori: metà pallida come la Luna e bellissima e per metà scura come la notte, con le sembianze di un teschio, dai capelli neri lunghissimi troneggiante gli inferi con maestria e sapienza senza eguali.

Il suo nome invece si rifà ad Holle, termine tedesco nonchè all’inglese Hell, ovvero Inferno richiamanti in qualche modo foneticamente la parola Hole, buco, invero la buca posta al centro della Terra nonchè dimora della nostra Hel e presidiata da Garmr, il suo segugio infernale.

I morti giungono agli inferi passando per Gjoll, il fiume sopra un ponte fatto interamente d’oro custodito da Mòoguor, una gigantessa.

Credits: Wikipedia

Relegata nella sua profonda buca infernale, dimora eterna, ogni volta che si appresta ad uscire porta con sè un bagaglio di dolore e pestilenze all’essere umano e, in base al portar con sè una scopa o un rastrello, diverse sarebbero le sue gesta: con una scopa porterebbe via con sè ogni anima negli inferi, con un rastrello invece risparmierebbe taluni.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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