Il pittore fiammingo risulta, ad oggi tra i massimi esponenti in ambito artistico capace di concretizzare l’idea del male nelle proprie opere.
A ben osservare le sue opere, ci si perde nelle innumerevoli rappresentazioni simboliche bizzarre, tra realtà e fervida immaginazione umana.
Bosch è proprio questo: la realizzazione artistica e concreta del mondo dell’inconscio umano: basti dare un’occhiata ai celebri Trittico del giardino delle delizie(1480-1490) o il Trittico del Giudizio di Vienna (1482), ricchi di significato e simboli legati alla condizione umana.
Hieronymus Bosch, nacque nel 1453 a Hertogenbosch, in Olanda ed è tutt’ora oggetto di discussione tra esperti di psicanalisi e storici.
Le sue opere sono colme di sfumature legate alla sfera irrazionale, all’inconscio e incentrate per lo più sui vizi capitali di cui l’uomo è, da sempre, schiavo, andando talvolta contro la morale religiosa del tempo, nonostante tra il 1486-1487 risultò parte di una confraternita di ecclesiastici.
Il suo stile, figlio di una lunga carriera artistica germogliata nella bottega di famiglia, è pregno di richiami alla miniatura e al gotico internazionale, nonostante uno stile unico nel suo genere molto simile al surrealismo moderno di Dalì o Magritte.
Le scene dei suoi dipinti, di primo impatto, risvegliano in colui che osserva sensazioni contrastanti e curiose: tra corpi abominevoli, danze giocose, metamorfosi, orge botaniche e forbici nell’orecchio l’artista è riuscito a creare una coltre di fascino e inquietudine attraverso questa simbologia bizzarra.
Proprio per questo motivo la sua arte è al centro di analisi e studi psicanalitici, tanto da far pensare che l’artista potesse, tra le cose, essere portatore di Asperger, assumesse sostanze stupefacenti ( come una “pomata delle streghe”) appartenesse a qualche setta, vista la pesante impronta alchemica e occultistica.
La particolarità delle sue opere sta nell’essere stato capace di cogliere, in modo viscerale, la natura umana nella sua più autentica forma, tra esasperazione, passione e voglie inespresse.