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“Pietre di inciampo”: iniziativa artistica per ricordare gli orrori della guerra

Le pietre d’inciampo sono una testimonianza concreta della brutalità della guerra. Un promemoria doloroso che dovrebbe farci riflettere, per evitare di fare gli stessi imperdonabili errori.

Le pietre di inciampo sono una testimonianza concreta della brutalità della guerra. Un promemoria doloroso che dovrebbe farci riflettere, per evitare di fare gli stessi imperdonabili errori.

In questi giorni in cui soffiano potenti venti di guerra e in cui gli scontri tra Russia e Ucraina riempiono le pagine dei giornali e gli schermi televisivi, vorrei ricordare un altro terribile conflitto, attraverso dei particolari promemoria che dovrebbero farci riflettere su quanto orrore può scaturire se gli uomini alzano le armi l’uno contro l’altro.

Vi sarà capitato di vedere nei marciapiedi delle vostre città delle piccole piastre di ottone con delle scritte incise, se avete concesso loro solo un’occhiata superficiale, avrete notato delle scritte e delle date, ma magari siete passati oltre, senza dare loro troppa importanza. Si tratta delle pietre di inciampo. Fermatevi la prossima volta e leggete con calma; scoprirete che sono una cruda memoria legata alla seconda guerra mondiale e alle sue orribili nefandezze.

Le pietre di inciampo (Stolpersteine) sono nate da un’idea di Gunter Demnig (1947), un artista tedesco che dal 1992, ha iniziato a posare questi particolari promemoria in tutto il territorio europeo, in ricordo delle vittime del nazismo.
In pratica, il particolare intervento consiste nell’inglobare nel selciato stradale delle città dei blocchi di pietra coperti da una piastra di ottone, la quale resta visibile in superficie. Le pietre hanno collocazioni specifiche: sono poste davanti alle abitazioni di coloro che sono stati deportati durante la seconda guerra mondiale.

L’avvio di questa singolare iniziativa è avvenuto a Colonia e finora, sono state collocate ben 71.000 pietre.
Le pietre di inciampo sono presenti in Svizzera, Spagna, Finlandia e in quasi tutti i Paesi che hanno subìto l’occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale. Al momento, solo Estonia, Bielorussia e alcuni paesi balcanici non hanno preso parte all’iniziativa.

Le pietre di inciampo sono costituite da una piccola targa d’ottone della stessa misura di un sampietrino (10 x 10 cm) e sono posizionate davanti alla porta della casa in cui risiedeva la vittima del nazismo oppure nel luogo in cui quella persona fu imprigionata.
Sulla targa sono incisi: nome, anno di nascita, data ed eventuale luogo di deportazione, data di morte, se nota.

Lo scopo delle pietre di inciampo è fornire un’identità a chi era stato ridotto alla stregua di un numero. Il termine “inciampo” fa riferimento all’atto di costringere chiunque ne incontri una, anche per caso, a fermarsi di fronte a questo promemoria, per leggere e poi riflettere.
La definizione di “pietra di inciampo” deriva dalla Bibbia e dall’Epistola ai Romani di Paolo di Tarso (9,33): “Ecco, io metto in Sion un sasso di inciampo e una pietra di scandalo; ma chi crede in lui non sarà deluso“.

Queste pietre non tengono conto di religione o etnia, tutte le vittime sono equiparate dall’orrore che hanno vissuto a causa del nazismo. La prima pietra, posata a Colonia, è in memoria di mille tra Sinti e Rom che furono deportati nel maggio del 1940.

Gran pare di queste pietre si trova in Germania. La loro progettazione e sistemazione dipende da iniziative locali. Tra le città più attive si sono distinte: Berlino, 8.176 pietre; Amburgo, 5.534 pietre; Colonia, circa 2.300 pietre; Francoforte sul Meno, circa 1.400 pietre.
Subito dopo la Germania, ci sono i Paesi Bassi con le loro 6.500 pietre d’inciampo. La prima pietra fu collocata a Borne nel 2007.

Al terzo posto si contendono il primato tre nazioni: Austria, Italia e Repubblica Ceca, ognuno di questi Paesi conta circa un migliaio di pietre d’inciampo.
In Austria, le prime collocazioni risalgono al 1996, a Sankt Georgen bei Salzburg. Nella Repubblica Ceca, nel 2008, a Praga. In Italia, nel 2010, a Roma.

Questa iniziativa ha provocato anche delle reazioni, ad esempio, in Germania, si era sollevato il problema che non tutti i proprietari di immobili gradivano l’idea di ricordare costantemente le malvagità compiute dai nazisti. Si giunse così a un compromesso che il luogo di posa delle pietre d’inciampo dovesse essere prima approvato dai proprietari delle case e dai parenti, nel caso ci fossero, delle vittime da ricordare.

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