In questa località ligure avvenne, tra il 1587-89, un processo alle streghe a cui venne imputata una grave carestia: la caccia alle streghe in questa zona le diede addirittura la nome di Salem italiana.
Poco distante dalla bella Imperia, troviamo un piccolo borgo intriso di leggende e storie le cui sfumature tendono al nero, quello più profondo.
La sua posizione particolare, incastonato com’è difatti nella roccia, lo rende molto suggestivo soprattutto per coloro che sono non così amanti della movida, bensì della quiete e del silenzio.
Le streghe del posto, come poc’anzi citato, vennero travolte da una terribile persecuzione a causa di alcuni anatemi che – per il volgo – avrebbero provocato una carestia perdurante nel luogo.
Le bagiùe, termine con cui venivano nomate coloro che praticassero atti di stregoneria, furono quelle donne che, tra guaritrici e esperte erboriste – furono perseguitate ed uccise proprio di seguito all’accusa di stregoneria, in cui per l’appunto venne individuato un capro espiatorio.
Nonostante l’episodio sia avvenuto verso la fine del 1500, questo luogo sembra non riuscire a disfarsi di queste terribili leggende legate al massacro.
Si suppone che, in totale, furono una ventina le donne vittima di questo massacro, dapprima incarcerate e – di seguito all’arrivo dell’Inquisitore – torturate in modo spietato.
Come ben si sa, sotto tortura chiunque potrebbe giurare anche un crimine mai commesso: 4 donne morirono tra atroci sofferenze sul rogo, la maggior parte non superarono le sofferenze inflitte dagli strumenti di tortura.
Esiste un luogo in particolare, la Cabotina stregata, dove in passato le bagiùe erano solite trovarsi per i loro malefìci, anche se in realtà risulta essere un edificio dismesso ma la cui atmosfera rimane comunque molto suggestiva agli occhi degli appassionati.
Per i più curiosi, poi, è da segnalate il Museo Etnografico e della Stregoneria, in cui viene dedicata una sezione tutta particolare alla storia delle streghe di Triora.
Però ricordate: le streghe smettono di esistere quando noi smettiamo di bruciarle.