Secondo alcune credenze l’anima, quando ognuno di noi muore, uscirebbe dalle nostre vesti terrene facendo, in tal modo, perdere ben 21 grammi al nostro corpo. Quanta verità vi è dietro tale convinzione?
Un medico statunitense, Duncan MacDougall, tentò di provare attraverso una serie di esperimenti mirati che il peso corporeo diminuirebbe poco dopo il decesso a causa dell’abbandono dell’anima dal corpo stesso.
L’anima, dal latino “anima” e dal greco “ànemos” – soffio, vento – è invero la parte spirituale di ogni essere vivente, umano e non, che si ritiene scissa dal corpo inteso come unità fisica e concreta.
Talvolta sinonimo di “psiche“, in realtà il concetto di anima è legato alla profonda individualità di un soggetto, mentre psiche sarebbe maggiormente legata alla sfumatura fisica del corpo.
MacDougall cercò dunque di dimostrare come, appena dopo aver esalato l’ultimo respiro, il corpo tenda a diminuire di 21 grammi precisi.
I suoi studi e ricerche avvennero per lo più nei primi anni del 1900, dove furono protagonisti sei pazienti prossimi al fine vita.
I corpi vennero pesati mentre erano ancora in vita e subito dopo. Ma cosa voleva dimostrare esattamente?
I risultati, pubblicati nel 1901 sul New York Times, volevano dimostrare la reale esistenza di un’entità extracorporea dimorante nelle spoglie mortali di ogni essere vivente.
Solo nel 2015 è stato però reso pubblico, attraverso un articolo apposito su Discovery Magazine, il processo di pesa dei soggetti: ai pazienti, costantemente monitorati nel corso della degenza, veniva registrata ogni forma di variazione del peso e l’ora del decesso.
Non si fermò alla sola ricerca umana: volle provare, infatti, che gli animali in realtà non fossero dotati di anima, pesando pre e post mortem un campione di 15 cani, di cui non rilevò una perdita di peso rilevante.
Sicuramente i suoi studi ebbero risonanza mediatica a livello globale, e non furono poche le critiche nei confronti di una ricerca tanto bizzarra quanto lacunosa.
Il Dottor Augustus Clark, infatti, cercò di dimostrare come la perdita di peso corporeo post mortem non fosse legata tanto all’abbandono da parte dell’anima quanto al normale meccanismo naturale di sudorazione ed elevata temperatura sanguigna quando ancora si è vivi che, per l’appunto dopo il decesso, inizia a calare.
Insomma, le ricerche di MacDougall non ebbero fondamenta solide, nonostante vi fossero numerosi seguagi e sostenitori delle sue ricerche. I metodi infatti non convinsero a dovere la comunità scientifica, la quale sostenne invece le tesi del Dott. Clark.