In Messico, nel giorno dei Morti, viene proposto un delizioso teschio di zucchero agli Spiriti che fanno visita alle proprie famiglie: esso è, per la cultura messicana, un simbolo profondo legato alla memoria e alla Morte, ma con un significato positivo.
El Dia de los Muertos dura per tutto novembre e coincide con la tradizione cristiana della Festa di Ognissanti e della commemorazione dei defunti.
Attenzione però: non è assolutamente da confondere con la festa di Halloween, poichè diversi i significati e la tradizione, nonostante il comune tema della morte.
Gli spiriti infatti vengono accolti con gioia e si celebra anche la vita, attraverso il ritrovo di persone lungo le strade e le piazze delle città.
Ogni cultura affronta la morte (e la vita) secondo canoni, standard e taboo ed è interessante comprendere come, nel caso della cultura funebre messicana, in realtà la morte venga vissuta in maniera più giocosa e colorata, rispetto ad una concezione più cupa e triste tipica della società occidentale.
La morte è viva, un semplice rito di passaggio da sacralizzare quanto la stessa vita.
La morte infatti, sin dal mondo Azteco, assume un ruolo e promette una condizione migliore rispetto alla vita terrena: numerose le testimonianze legate ai riti e ai sacrifici antichi dedicati alla Dea Coatlicue, raffigurata proprio con una maschera della morte.
Da sempre al centro della tradizione funebre messicana, la calavera è stata altresì sovente utilizzata dall’artista Frida Kahlo nei suoi dipinti, sebbene sia nata dall’industria dolciaria ha iniziato poi ad espandersi anche nel mondo ludico, nelle sculture e nelle maschere per le processioni e..sempre più presenti anche nel mondo dei tattoo.
Lo zucchero utilizzato è quello di canna ma sono presenti varianti dei teschi al cioccolato, sempre decorati e coloratissimi, soprattutto di giallo, azzurro, verde e rosso, fungendo anche da ornamenti per i piccoli altari (ofrenda) creati entro le abitazioni, nei cimiteri e nelle piazze da porre insieme a foto di famiglia, cibo e bevande care al defunto come offerta.
Famosa è la Calavera Catrina (o “Il teschio della Gran Dama”) raffigurazione di donna in abiti vittoriani adornata da un cappello fatto di piume di struzzo, espressione critica verso chi cercava di perseguire gli ideali del vecchio continente arricchendosi durante l’epoca coloniale.
Il teschio messicano porta propone in sè una funzione apotropaica, finalizzata invero a scacciar via gli spiriti maligni (tanto da essere posti talvolta all’entrata della dimora).
Nell’ultimo secolo la Calavera si è arricchita di nuovi significati grazie all’arte di Josè Guadalupe Posada, considerato come il primo vignettista moderno il quale era solito inserire nelle sue opere teschi, dalle caricature alle vignette di stampo politico e satirico, e a cui si deve la nascita della Calavera Catrina.
Il Dia de los Muertos è diventato, grazie all’Unesco, patrimonio culturale, prendendosi cura cioè delle tradizioni culturali materiali ed orali tramandate di generazione in generazione.