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Archeologia Tanatologica(mente)

Ritualità funebre post-classica

E’ a partire dal IV secolo che iniziamo ad osservare diversi tipi di tombe dell’epoca post classica.

Distinguiamo le tombe a sarcofago a cassa litica, in forma rettangolare o richiamante la forma del corpo umano, in piombo o in terracotta, con una sorta di cuscinetto sotto il capo del defunto ed un coperchio a duplice spiovente o a lastra.

Le tombe a fossa, anch’esse richiamanti forme antropoidi o rettangolari, sono scavate a terra con una copertura di tegole in terracotta o piana e le tombe a cappuccina.

Ovviamente per le classi più agiate erano previste sepolture più sontuose e monumentali, con raffigurazioni di vario tipo: tematiche cristiane riguardanti i vangeli o l’antico testamento; raffigurazioni pre cristiane (con la figura di Orfeo), in marmo o porfido.

Con il periodo tardo romano e tardo medievale, iniziamo a vedere le prime sepolture in urbe, entro la città, dove vengono “sfruttate” strutture non più utilizzate come ad esempio anfiteatri, teatri e basiliche, così come nelle aree rurali troviamo necropoli di misure ridotte.

Come mai entro le città, e non al di fuori?

Il rapporto tra defunti e vivi era mutato, con una considerazione meno negativa ed aggressiva dei morti stessi, per cui è venuto a scemare il distacco tra lo spazio dei vivi e quello dei morti.

Le città inoltre iniziarono a svuotarsi e a perdere il senso del loro essere, oltre che della propria conformazione, per colpa di invasioni, malattie e conflitti. A causa di ciò, iniziarono ad insidiarsi sistemi di culto dalle sepolture che non badavano alle leggi dell’epoca: iniziarono a comparire i camposanti ad sanctos, entro dunque le mura cittadine.

Con l’inizio dell’epoca medievale, nel 476 d.C., permangono certe usanze e tradizioni romane in merito alle ritualità funebri.

Il pasto funebre – refrigerium -, non più finalizzato alla commemorazione del defunto bensì per celebrare il passaggio dalla vita alla morte, prende il nome “dies natalis” e le cui tracce sono confermate dai ritrovamenti di avanzi di pasti, manufatti in terracotta e piccoli focolari.

I corredi funebri di questa epoca richiamano quelli dell’età imperiale: le lanterne diventano il simbolo cristiano di vita eterna e di fede e l’utilizzo di unguenti per preparare la salma viene confermato dai ritrovamenti archeologici entro le tombe.

Le sepolture vengono impreziosite da manufatti in vetro o ambra, dadi, giocattoli , monete poste nella bocca o nelle mani, ed altri oggetti dal profondo significato simbolico, come le lanterne o fondi in vetro.

Il defunto era posto in posizione supina, con le gambe accavallate o in posizione parallela, con le braccia stese o ai lati dei fianchi o incrociate sul petto.

Secondo le prassi dell’epoca, il defunto veniva rivolto con la testa verso ovest anche se non sempre si riusciva a mantener fede a questa pratica, visto l’enorme assembramento intorno alle strutture di culto.

Non è raro trovare sepolture di massa dovute alle esigenze sanitarie – come le epidemie – affiancate o poste l’una sopra l’altra.

Di Beatrice Roncato

Tanatologa Culturale, Tanatoesteta e Cerimoniere Funebre

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