La tecnica dello Jiaguwen è una delle più antiche iscrizioni al mondo: scrivere sulle ossa a fini divinatori.
Nella Cina Antica tra il periodo Shang (1600 – 1046) e quello Zhou (1045-256 a. C.) era sovente utilizzato il supporto osseo animale o gusci a fini divinatori (anche se in realtà pare che, in alcuni casi siano state utilizzate anche ossa umane).
I primi reperti vennero alla luce circa 120 anni fa, nell’Henan, il tutto casualmente: spesso carapaci o scapole di bovino, le ossa oracolari venivano incise con precise finalità.
Per ossa oracolari si intende dunque pezzi di osso o gusci animali il cui scopo era la scapulomanzia, invero l’arte della divinazione (altresì nota come plastromanzia o piromanzia).
Veniva cioè inciso un quesito rivolto ai propri avi o alle divinità e, sull’altro lato, delle cavità che coincidessero specularmente con i caratteri.
Entro tali cavità venivano posti dei tizzoni che, con il calore, avrebbero spaccato l’osso inciso: la frattura che ne scaturiva doveva essere letta o da un oracolo o dall’imperatore stesso e, in base alla direzione delle crepe, si poteva predire il futuro.
Credits: Alamy esempio di osso oracolare sul carapace di una tartaruga.
Le domande dovevano essere semplici, cosìcchè potesse essere ricevuta una risposta quale “si” o “no”, inerenti al meteo, al raccolto, alle guerre e battaglie ed ancora ai sogni per essere interpetrati.
Al loro ritrovamento, nel XIX secolo i reperti vennero rivenduti come ossa di drago nei mercati o utilizzati nella medicina cinese, ma solo nel 1899 due studiosi ne capirono il reale valore e significato: Wàng Yiròng e Liù E’ infatti ne riconobbero caratteri cinesi antichissimi.
Grazie anche a loro infatti si potè dedurre che le ossa venivano utilizzate a fini divinatori.