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Cultura Eretico dell'invisibile riflessioni

IL VEGANISMO

LA SCUSA PERFETTA PER L’IPOCRISIA DEL CONSUMATORE GLOBALE

🪃 L’Uomo Cacciatore, una Specie Anacronistica?

Mettiamocela via: l’essere umano, fin dai suoi primi, incerti passi su questa Terra polverosa, è stato un onnivoro. Punto. Non una scelta di lifestyle, non un’ideologia dietetica dettata dalla moda del momento, ma una cruda e innegabile realtà evolutiva. Dai barlumi dell’umanità, quando il fuoco non era ancora una comodità ma un’epifania, i nostri antenati brandivano clave, scagliavano pietre e inseguivano prede non per crudeltà, ma per pura e semplice sopravvivenza. La caccia non era un hobby domenicale per hipster con l’arco, ma la linfa vitale che ha permesso al nostro cervello di svilupparsi, ai nostri muscoli di potenziarsi e alla nostra specie di non finire miseramente nello stomaco di qualche predatore più grande.

E adesso? Adesso ci ritroviamo in un’era in cui, comodamente seduti dietro uno schermo, con un’aria condizionata che ci coccola d’estate e un riscaldamento che ci avvolge d’inverno, abbiamo il lusso, la presunzione, anzi, l’arroganza di guardare con disprezzo secoli di evoluzione. Ci siamo inventati un nuovo dogma, una nuova religione alimentare dove il “peccato originale” non è più la mela biblica, ma la fetta di carne nel piatto.

Sia chiaro, non sono qui a difendere la barbarie degli allevamenti intensivi, quella è un’altra storia, una piaga che merita ogni critica. Ma è giunto il momento di smascherare l’altra ipocrisia, quella che si nasconde dietro l’aura di purezza etica di certi movimenti alimentari. Perché, diciamocelo, la morale nel piatto è spesso più complessa di quanto una semplice etichetta “vegano” possa mai raccontare. E a volte, anzi, troppo spesso, ciò che si spaccia per “etica superiore” non è altro che la più comoda delle scuse per un consumo cieco e, in fondo, profondamente egoista.

È ora di scuotere il piedistallo su cui si sono auto-collocati certi paladini della dieta a tutti i costi. È ora di guardare oltre l’etichetta e chiederti: sei davvero etico, o sei solo comodamente ipocrita?

L’Ipocrisia del Piatto: Avocado e Quinoa Come Nuovi Peccati Capitali

Lasciamo un attimo il nostro ancestrale cacciatore e torniamo alla comodità del nostro supermercato bio, il vero tempio della nuova etica. Qui, il nostro paladino del cruelty-free si muove con un’aura di superiorità, riempiendo il carrello di cibi che gridano “sono migliore di te”. Ma grattiamo via la patina lucida di questa morale preconfezionata.

1. 🥑L’Avocado: Il Frutto Proibito che Beve

Se la scelta vegana ha un’icona, questa è l’Avocado. Bello, grasso, sano e… profondamente insostenibile. Mentre tu sorseggi il tuo frullato verde, intere comunità in America Latina stanno soffrendo la sete. La produzione di questo unico, perfetto frutto esotico richiede quantità d’acqua che fanno impallidire quelle dell’allevamento locale: parliamo di centinaia di litri per un singolo frutto.

l’Eretico dell’Invisibile ti dice:

Il tuo toast vegano mattutino non è un atto di compassione verso gli animali, ma una dichiarazione di guerra silenziosa contro le falde acquifere di Paesi lontani. L’etica scompare quando la catena di approvvigionamento è tanto lunga da offuscare il disastro ecologico che avviene all’origine. Sei vegano per gli animali, ma ignori il diritto all’acqua di intere popolazioni? Bella etica, davvero.

2. La Quinoa: Quando il Cibo Salva-Mondo Affama i Produttori

Un altro eroe del carrello consapevole è la Quinoa, la proteina completa che ha svelato l’errore della carne. Peccato che l’esplosione della domanda occidentale abbia avuto un effetto perverso: l’aumento vertiginoso dei prezzi ha reso la Quinoa inaccessibile alle stesse popolazioni boliviane e peruviane che la coltivavano da secoli come alimento base di sussistenza.

Il Paradosso

Noi la celebriamo come “superfood”, mentre i contadini locali sono costretti a vendere il loro raccolto pregiato per comprare alimenti meno nutritivi e più economici per le loro famiglie.

Caro veganuccio con la puzza sotto il naso, il tuo attivismo etico basato sul consumo globale e sulle tendenze di mercato, non è un atto di salvezza, ma un semplice trasferimento di privilegio. Stai sfruttando (indirettamente, ma efficacemente) il Sud del mondo per la tua purezza dietetica personale. E questo, amici miei, ha un nome che non è né “vegano” né “etico“, ma solo neocolonialismo alimentare mascherato da buone intenzioni.

👶 La Sacra Eresia: Bambini Come Ostaggi di Ideologie Dietetiche

Arriviamo al tasto dolente, quello che trasforma la scelta personale in un atto potenzialmente discutibile di imposizione: l’alimentazione dei bambini.

Quando la morale dietetica incontra la genitorialità, il terreno smette di essere il tuo piatto (o il tuo ego) e diventa lo sviluppo biologico e cognitivo di un essere umano in crescita. Qui, l’eresia non è solo un’opinione, ma una responsabilità.

1. La Vostra Ideologia non è il Loro Diritto

L’errore eretico più grande di molti genitori vegani ideologizzati è confondere la propria etica personale con i bisogni nutrizionali fondamentali di un organismo in rapida crescita. Trasformare un bambino in un “manifesto” vivente della propria filosofia è un atto che, per quanto ben intenzionato, flirta con la negligenza. Un adulto può scegliere di assumere integratori, monitorare i valori e accettare i rischi. Un bambino non può e si fida ciecamente delle scelte del genitore.

2. Le Carenze Non Sono un Mito: La Scienza Contro il Dogma

Qui usciamo dalla polemica e entriamo nei fatti scientifici. Nonostante l’esistenza di diete vegane ben pianificate, le carenze sono un rischio concreto in età pediatrica e possono avere conseguenze gravi, come scientificamente provato.

  • Vitamina B12: È la regina delle carenze in una dieta vegana, essendo presente quasi esclusivamente in alimenti di origine animale. La B12 è cruciale per lo sviluppo del cervello e del sistema nervoso. Studi (come quelli della Società Italiana di Nutrizione Umana, SINU) hanno evidenziato che una carenza può portare a ritardi nello sviluppo neuro-cognitivo e, in casi estremi, a danni neurologici irreversibili se non riconosciuta precocemente.
  • Ferro: Il ferro di origine vegetale (non-eme) è molto meno biodisponibile di quello di origine animale (eme). La carenza di ferro nei bambini è associata a anemia, affaticamento cronico e può influenzare negativamente le funzioni cognitive e la capacità di apprendimento.
  • Vitamina D e Calcio: Anche se il calcio si trova nelle verdure, la sua assunzione ottimale e l’assorbimento della Vitamina D (essenziale per l’assorbimento del calcio e la salute delle ossa) possono essere critici, aumentando il rischio di rachitismo e compromettendo lo sviluppo scheletrico.

3. I Risultati Clinici: Quando l’Etica Sbatte Contro il Pediatra

La prova definitiva che la vostra ideologia non basta è data dai report clinici. Non sono rari i casi, ampiamente documentati, di genitori vegani portati sotto la lente d’ingrandimento delle autorità sanitarie per bambini che mostrano gravi malnutrizioni o ritardi nello sviluppo, causati da diete vegane mal gestite o restrittive (il cosiddetto fenomeno del “veganismo fai da te” sui minori).

Da Eretico ti chiedo

Se devi inondare tuo figlio di integratori artificiali e capsule per sopperire a ciò che la natura onnivora del suo corpo richiede, forse è il momento di chiederti: stai davvero rendendo un servizio all’etica o stai solo dimostrando la fallibilità della tua dottrina? Il corpo non mente, e la scienza non fa sconti alle buone intenzioni.

🤢 Il Pallore della Moralità e la Psicologia dell’Imbecille Consapevole

Abbiamo analizzato la storia, la logistica e la salute dei minori, ma ora guardiamo in faccia il nostro Vegano Tipo, quello che predica la Verità in ogni social. E non sempre lo spettacolo è salutare.

1. L’Estetica del Santo Malnutrito

Siamo onesti: quanti di questi apostoli della purezza alimentare sfoggiano quel tipico aspetto che definiremmo… “in salute”? Spesso, la carnagione è pallida, lo sguardo è stanco e l’energia sembra quella di una batteria scarica.

Non è un caso. È il corpo che, costretto a negoziare costantemente con carenze indotte, lancia segnali d’allarme. Quando la tua “dieta etica” richiede un arsenale di integratori farmaceutici come B12, ferro, Vitamina D, omega-3 estratti da alghe costosissime per mantenerti in piedi, stai forse dimostrando la superiorità della natura o l’efficacia dell’industria farmaceutica? Stai vivendo in armonia o sei il consumatore più dipendente del pianeta, costretto a sostenere l’industria degli integratori per non soccombere?

2. La Patologia dell’Imbecille Ideologico

Ma la questione più grave è psicologica. Il veganismo, per molti, non è solo una dieta: è un’identità. E da questa identità deriva una pericolosa superiorità morale, un dogmatismo tale da escludere ogni dibattito o complessità.

Qui, dobbiamo essere eretici fino in fondo e usare la parola giusta, non come insulto da strada, ma come categoria critica. L’imbecille, in senso critico, non è chi ha un basso QI, ma colui che sceglie di non vedere la complessità, che si accontenta di una verità semplice, prefabbricata e auto-celebrativa.

L’Imbecille Consapevole è quello che si aggrappa al mantra: “Gli animali soffrono, quindi la carne è male. Fine del pensiero.” Questo imbecille ignora la deforestazione per la soia, ignora le guerre per l’acqua dell’avocado, ignora la storia e la biologia umana. La sua morale è un cerchio perfetto, impenetrabile al dubbio e, soprattutto, comodo. È l’imbecillità di chi scambia la facilità di una regola con la profondità di un’etica. L’adesione acritica a un dogma, anche se “green”, è la forma più moderna e sbeffeggiabile di stupidità intellettuale.

📢 Chiusura Eretica: Abbraccia la Complessità

Concludiamo con un appello all’eresia reale: l’onestà intellettuale. La vera etica non si compra in un sacchetto di quinoa né si certifica con un’etichetta. La vera etica richiede sforzo, ricerca, sacrificio e, soprattutto, complessità.

La prossima volta che senti l’impulso di pontificare sulla moralità del cibo altrui, fermati e chiediti: Il mio toast con avocado ha impoverito un agricoltore boliviano? Ho compromesso lo sviluppo neurologico di mio figlio? La mia superiorità morale si basa solo sulla mia dipendenza da una boccetta di B12?

Se la tua scelta etica ti rende pallido, dipendente da pillole e, peggio ancora, ti trasforma in un dogmatico incapace di accettare i dati scientifici e la storia umana, forse la tua non è una filosofia di vita, ma una comoda fuga dalla realtà.

Sii un onnivoro locale e consapevole, che rispetta l’animale e la terra da cui proviene, piuttosto che un vegano globale e dogmatico, che ignora lo sfruttamento umano e ambientale.

Sii un eretico, non un imbecille ideologico.

Di L'eretico dell'invisibile

L'autore si delinea come una mente curiosa, libera da dogmi e imposizioni, che non si accontenta delle spiegazioni preconfezionate propinate da religioni, istituzioni.. o dalla stessa scienza quando si chiude di fronte all’ignoto, tanto definire folle il concetto che 2 più 2 possano far 5.
Definirsi "l'Eretico dell'Invisibile", è già una dichiarazione di intenti.. di guerra.. come quella di andare oltre ciò che è dato per scontato, oltre le narrazioni costruite per mantenere un certo ordine sociale e intellettuale, oltre le verità imposte che nel corso dei secoli hanno modellato la percezione della realtà.
È evidente che l’autore non si limita ad un singolo ambito di ricerca, ma spazia tra spiritualità, mistero, fenomeni paranormali, storia e geopolitica, affrontando tutto con uno sguardo critico e analitico.
Ma non c’è solo il mistero a guidare ad alimentare la sua curiosità. C’è anche la consapevolezza che la storia, così come ci è stata, e ci viene raccontata, è spesso il risultato di una narrazione costruita a proprio uso e consumo dai "vincitori" a cui, anche se gli dedichiamo strade e piazze, gli eroi non sempre sono tali, le guerre non sono mai mosse da ideali puri, le istituzioni hanno intrecci con il potere economico e religioso che sfuggono allo sguardo della massa. L’autore si pone, dunque, come un investigatore dell’invisibile, colui che scava sotto la superficie per portare alla luce le contraddizioni e le ombre della storia e della società contemporanea.
L’Eretico dell’Invisibile, dunque, è quel qualcuno che non si accontenta di sapere perché consapevole dell’importanza del "Sapere di non Sapere".

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