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IL LIBERO ARBITRIO

LIBERTÀ DI SCEGLIERE? SÌ! MA SOLO TRA QUELLO CHE È STATO GIÀ SCRITTO PER TE

Immagina di essere seduto davanti a un menù infinito di vite possibili e con l’anima, che tra un respiro cosmico e l’altro, spulcia il catalogo esistenziale e sussurra: “Vediamo… dramma familiare? Check. Cuore spezzato a 27 anni? Perfetto. Risveglio spirituale sotto una doccia fredda a dicembre? Ottimo, lo prendo.”

Una volta selezionato con cura ostacoli, talenti, incontri karmici e tendenze a procrastinare l’illuminazione, sigilli il contratto e BAM! Vieni al mondo… Auguri! Ed è qui che entra in scena il libero arbitrio. Che non è una vera libertà, ma piuttosto una libertà condizionata, tipo detenuto spirituale con permesso d’uscita e tanto di braccialetto elettronico.

Il libero arbitrio rappresenta la tua chiave in un’Escape Room esistenziale: puoi tastare i muri (le tue limitazioni karmiche), provare ogni combinazione (le tue scelte), aprire porte inaspettate (le opportunità di crescita)… ma la struttura della stanza, il contesto delle tue sfide animiche, resta lì. E il finale? Beh, spoiler cosmico: l’hai abbozzato tu prima di entrare, un canovaccio di lezioni che la tua anima desidera incarnare.

Hai quindi la libertà di scegliere su come reagire alla trama predefinita, quando afferrare il significato di un evento, con chi intrecciare i fili del tuo destino, e quanti errori collezionare prima che una lampadina si accenda e tu pensi che “forse, solo forse, è il momento di riscrivere questa configurazione interiore”.

Non puoi cancellare il copione base, ma sei il regista del tuo dramma personale. Vuoi recitarlo con toni cupi da tragedia greca? Trasformarlo in una commedia romantica costellata di incontri karmici? O improvvisare un reality spirituale pieno di colpi di scena auto-inflitti? La regia è tua, e le scelte sono infinite:

A) Vuoi lasciare il lavoro tossico? Scelta sacrosanta. Ma ecco che la prossima opportunità professionale ti presenta un capo che sembra il gemello astrale del precedente, con gli stessi identici tic nervosi. Ironia karmica? Forse.

B) Desideri ardentemente una relazione stabile? Ottima intenzione. Ma finché non scavi alle radici della tua autostima, continuerai ad attrarre partner con la stabilità emotiva di un castello di sabbia in riva al mare.

C) Aspiri alla ricchezza? Legittimo. Ma finché la tua anima non assimila il vero valore della generosità, ogni fortuna sarà effimera, sfuggente o accompagnata da un senso di vuoto interiore.

D) Cerchi la pace interiore? Nobile proposito. Ma finché non sciogli le catene del perdono verso le ferite del passato, la serenità ti sfuggirà come un miraggio nel deserto della tua mente.

Il libero arbitrio, in definitiva, ti concede il privilegio di sbatterci la testa quanto vuoi. Sei libero di impiegare dieci, cento, mille vite per metabolizzare la stessa, identica lezione. L’universo è infinitamente paziente, non ha le scadenze di Amazon Prime.

Ma allora, tutto questo… ha un senso?

Assolutamente sì. Perché la vera partita non si gioca nel cosa ti accade, negli eventi esterni che il karma orchestra, ma nel chi diventi attraverso quelle esperienze, nella resilienza, nella compassione e nella saggezza che germogliano dal terreno fertile delle tue sfide.
 
La vera scelta risiede nel tuo livello di consapevolezza. Puoi decidere di reagire come un criceto isterico che corre all’infinito nella sua ruota di ansie, oppure come un Jedi karmico illuminato, osservando il flusso degli eventi con distacco e scegliendo la tua risposta con saggezza. Hai la libertà inviolabile della tua coscienza. E quella singola libertà trasforma ogni “già scritto” in una tela bianca pronta per essere dipinta con nuove sfumature.

È come danzare una coreografia prestabilita dal destino… ma con uno stile unico, con la tua anima che aggiunge improvvisazioni inaspettate, magari qualche passo di breakdance spirituale fuori tempo che sorprende persino il copione.

Conclusioni con inchino cosmico
Il libero arbitrio non è la vana illusione di poter strappare le pagine del grande libro dell’anima, riscrivendo a piacimento il destino preordinato. Non è la pretesa di deviare radicalmente il corso del fiume karmico, mutando la sua sorgente o la sua foce. Immagina, piuttosto, la possibilità che la trama fondamentale della tua esistenza sia già intessuta, un arazzo complesso con fili di esperienze, incontri e sfide che la tua anima, con una saggezza che la mente cosciente fatica a comprendere, ha contribuito a disegnare prima ancora di incarnarsi.

Il vero potere del libero arbitrio, quindi, risiede nella sublime libertà di colorare ogni singolo dettaglio di questo disegno prestabilito, dove sei tu a scegliere la tonalità delle tue emozioni di fronte agli eventi: un acceso cremisi di rabbia furiosa o un sereno azzurro di accettazione paziente. Sei tu a decidere la pennellata delle tue azioni: un tratto impulsivo e frettoloso o una linea ponderata e consapevole. Sei tu a modulare l’intensità della tua consapevolezza: una percezione ottusa e superficiale o una visione acuta e penetrante che svela le sfumature più nascoste del tuo percorso.

Pensa al tuo viaggio esistenziale come a un lungo tragitto in treno. La destinazione finale, le grandi tappe evolutive della tua anima, potrebbero essere in qualche modo definite come stazioni karmiche che devi raggiungere per apprendere specifiche lezioni e integrare determinate esperienze.

Ma all’interno di questo viaggio hai la libertà assoluta di scegliere la playlist che accompagnerà le ore, i giorni, le vite che ti separano da quelle stazioni. Puoi optare per le sinfonie celestiali di Bach, elevando il tuo spirito e sintonizzandoti sulle armonie universali durante le fasi di crescita e di gioia. Oppure, nei momenti più oscuri e tumultuosi, potresti preferire il fragore tellurico dei Metallica, lasciando che l’energia grezza e potente esprima la tua rabbia e il tuo dolore, per poi magari trovare catarsi e guarigione nel suo ritmo. Puoi persino mescolare i generi, alternando ballate malinconiche a ritmi incalzanti, creando una colonna sonora unica e personale per il tuo attraversamento dei mutevoli paesaggi della tua anima.

E sì, anche se la tua anima ha accettato la trama principale, con i suoi inevitabili colpi di scena, le perdite strazianti e le gioie ineffabili, tu sei il protagonista che la incarna. Sei l’attore che inciampa rovinosamente sul palcoscenico della vita, si rialza con la dignità ferita, si smarrisce nei labirinti delle proprie illusioni e, con un atto di grazia, ritrova la bussola interiore. E in quei rari momenti di lucidità, quando il velo dell’illusione si assottiglia e percepisci la vastità del cielo stellato sopra di te, puoi alzare gli occhi con un sorriso sardonico, un misto di ironia cosmica e di ritrovata consapevolezza, e sussurrare al tessuto stesso dell’esistenza:

Okay, lo ammetto, in qualche recondito angolo della mia anima contorta, l’ho scelto io. Ma per la prossima sceneggiatura… gradirei un karma meno contorto, che mi faccia inciampare sulle bucce di banana esistenziali, e decisamente più cocktail frizzanti con gli angeli, serviti con una generosa dose di leggerezza divina, grazie.
 

Di L'eretico dell'invisibile

L'autore si delinea come una mente curiosa, libera da dogmi e imposizioni, che non si accontenta delle spiegazioni preconfezionate propinate da religioni, istituzioni.. o dalla stessa scienza quando si chiude di fronte all’ignoto, tanto definire folle il concetto che 2 più 2 possano far 5.
Definirsi "l'Eretico dell'Invisibile", è già una dichiarazione di intenti.. di guerra.. come quella di andare oltre ciò che è dato per scontato, oltre le narrazioni costruite per mantenere un certo ordine sociale e intellettuale, oltre le verità imposte che nel corso dei secoli hanno modellato la percezione della realtà.
È evidente che l’autore non si limita ad un singolo ambito di ricerca, ma spazia tra spiritualità, mistero, fenomeni paranormali, storia e geopolitica, affrontando tutto con uno sguardo critico e analitico.
Ma non c’è solo il mistero a guidare ad alimentare la sua curiosità. C’è anche la consapevolezza che la storia, così come ci è stata, e ci viene raccontata, è spesso il risultato di una narrazione costruita a proprio uso e consumo dai "vincitori" a cui, anche se gli dedichiamo strade e piazze, gli eroi non sempre sono tali, le guerre non sono mai mosse da ideali puri, le istituzioni hanno intrecci con il potere economico e religioso che sfuggono allo sguardo della massa. L’autore si pone, dunque, come un investigatore dell’invisibile, colui che scava sotto la superficie per portare alla luce le contraddizioni e le ombre della storia e della società contemporanea.
L’Eretico dell’Invisibile, dunque, è quel qualcuno che non si accontenta di sapere perché consapevole dell’importanza del "Sapere di non Sapere".

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