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il Codice Alieno: l’Enigma dell’Rh Negativo tra Scienza e Mito

I tipi di sangue, com’è noto, si suddividono in Rh positivi e Rh negativi in base, appunto, al fattore Rh. Ma cos’è l’Rh? L’antigene fu scoperto nel 1930 in seguito a studi condotti su un gruppo di macachi Rhesus, da cui derivò il nome Rh.

L’Rh in definitiva è una proteina che troviamo ancorata alla membrana dei globuli rossi. Se questa proteina la troviamo ancorata ad essi, allora abbiamo l’Rh positivo, se invece è assente abbiamo a che fare con un gruppo sanguigno Rh negativo. Tutte le scimmie hanno Rh positivo, ed è questo che ci collega a loro, tanto da presumere che l’uomo discenda dai ‘primati’.

Il nostro sangue, linfa vitale che scorre nelle vene, è la base stessa della nostra esistenza. Eppure, una piccola percentuale della popolazione mondiale, nasconde un mistero: l’Rh negativo. Questa anomalia genetica, più rara di quella positiva, ha dato vita ad un affascinante mito che si intreccia con la scienza, lasciandoci con una domanda irrisolta: da dove arriva veramente questo tratto genetico?

Il Mito e le Teorie del Complotto

Secondo la teoria dell’evoluzione di Charles Darwin, i tratti che persistono in una specie sono quelli che offrono un vantaggio selettivo. Tuttavia, l’esistenza del sangue Rh negativo sembra contraddire questa logica. La biologia ci insegna che, quando una madre Rh- porta in grembo un feto Rh+, può verificarsi una reazione immunitaria potenzialmente fatale, nota come eritroblastosi fetale. Un tratto che comporta un rischio così grande per la riproduzione dovrebbe, in linea di principio, essere stato eliminato dalla selezione naturale nel corso dei millenni.

Per i detrattori della teoria evoluzionista applicata a questo specifico tratto, questa è una “stupidità” genetica inspiegabile. Non si riesce a trovare una logica evolutiva che giustifichi la sua persistenza, e in alcuni casi la sua alta concentrazione (come nei Paesi Baschi). Questa anomalia, questo “bug” nel nostro codice genetico, apre un vuoto che la scienza non ha ancora completamente colmato, un vuoto che le teorie più audaci sono pronte a riempire.

Il Mito degli Annunaki e la Connessione Extraterrestre

La narrazione più affascinante (e controversa) suggerisce che il sangue Rh negativo non sia di origine terrestre. Questa teoria, popolare nel web e nella letteratura pseudoscientifica, lo collega direttamente a esseri extraterrestri o a un’antica razza ibrida tra umani e altre creature. Il mito si basa sulla premessa che, essendo l’Rh negativo privo di un fattore comune nel 99% delle altre specie sulla Terra, la sua presenza nell’uomo debba essere un’anomalia introdotta dall’esterno.

Il vuoto scientifico sull’origine dell’Rh negativo è fertile terreno per il mito. Una delle teorie più popolari e affascinanti, resa celebre dallo scrittore Zecharia Sitchin, collega direttamente il sangue Rh- a una civiltà avanzata venuta dallo spazio: gli Annunaki. abitanti del presunto pianeta Nibiru, giunti sulla Terra in cerca di oro.

Secondo questa narrazione, gli Annunaki, Per accelerare il loro lavoro, decisero di creare una specie di lavoratori schiavi. Per farlo, avrebbero geneticamente modificato l’Homo Erectus, unendo il loro DNA evoluto con quello degli ominidi primitivi. La firma di questa manipolazione genetica, il loro “codice sanguigno alieno”, sarebbe proprio l’assenza del fattore Rh. In questa visione, le persone con sangue Rh negativo non sarebbero altro che i diretti discendenti di questa antica, ibrida razza, portatori di un DNA che ha origini ben lontane dal nostro pianeta.

Coloro che sostengono questa teoria spesso associano il tratto a popolazioni specifiche, come i Baschi in Europa, che hanno la più alta concentrazione di Rh-negativo al mondo. Caratteristiche fisiche o di personalità uniche, come occhi azzurri, capelli rossi, o un’intelligenza superiore, vengono talvolta correlate a questo “DNA alieno”. Si narra che le persone con sangue Rh negativo siano i discendenti di antiche civiltà avanzate o addirittura di visitatori da altri mondi. La mancanza di una chiara linea evolutiva che spieghi l’origine di questo fattore genetico nell’uomo alimenta ulteriormente la leggenda, trasformando un tratto biologico in un enigma cosmico.

La Verità Scientifica: Un Enigma Genetico

La scienza, dal canto suo, offre una spiegazione molto più razionale, pur ammettendo che l’origine precisa della mutazione genetica sia ancora oggetto di studio. Il fattore Rh, o fattore Rhesus, è una proteina presente sulla superficie dei globuli rossi. Se ce l’hai, sei Rh positivo (Rh+); se non ce l’hai, sei Rh negativo (Rh-). La genetica è chiara: si tratta di un tratto ereditario. Se entrambi i genitori sono Rh-, anche il figlio lo sarà. Se uno dei due è Rh+, la situazione è più complessa ma il gene positivo è dominante. La rarità dell’Rh- è spiegata proprio dalla dominanza del gene Rh+.

Tuttavia, il mistero non svanisce del tutto. I biologi evoluzionisti non hanno ancora identificato con certezza l’esatto momento in cui il gene Rh negativo è apparso per la prima volta nella storia dell’umanità. Si ipotizza che sia una mutazione genetica casuale che è stata preservata in determinate popolazioni. La ragione di questa conservazione, e i potenziali vantaggi che potrebbe aver offerto, non sono ancora del tutto compresi. L’assenza di un “anello mancante” nella storia evolutiva di questo tratto è ciò che continua a stimolare l’immaginazione e ad alimentare le teorie più fantasiose.

Il sangue Rh negativo rimane un affascinante punto d’incontro tra scienza e mito. Se da un lato la biologia ci fornisce spiegazioni concrete su come funziona l’ereditarietà di questo tratto, dall’altro non risponde ancora a tutte le domande sulla sua origine. L’enigma non è se questo sangue sia alieno, ma piuttosto perché e come è emerso nella nostra specie. E, in questo senso, il mistero continua a vivere.

Di L'eretico dell'invisibile

L'autore si delinea come una mente curiosa, libera da dogmi e imposizioni, che non si accontenta delle spiegazioni preconfezionate propinate da religioni, istituzioni.. o dalla stessa scienza quando si chiude di fronte all’ignoto, tanto definire folle il concetto che 2 più 2 possano far 5.
Definirsi "l'Eretico dell'Invisibile", è già una dichiarazione di intenti.. di guerra.. come quella di andare oltre ciò che è dato per scontato, oltre le narrazioni costruite per mantenere un certo ordine sociale e intellettuale, oltre le verità imposte che nel corso dei secoli hanno modellato la percezione della realtà.
È evidente che l’autore non si limita ad un singolo ambito di ricerca, ma spazia tra spiritualità, mistero, fenomeni paranormali, storia e geopolitica, affrontando tutto con uno sguardo critico e analitico.
Ma non c’è solo il mistero a guidare ad alimentare la sua curiosità. C’è anche la consapevolezza che la storia, così come ci è stata, e ci viene raccontata, è spesso il risultato di una narrazione costruita a proprio uso e consumo dai "vincitori" a cui, anche se gli dedichiamo strade e piazze, gli eroi non sempre sono tali, le guerre non sono mai mosse da ideali puri, le istituzioni hanno intrecci con il potere economico e religioso che sfuggono allo sguardo della massa. L’autore si pone, dunque, come un investigatore dell’invisibile, colui che scava sotto la superficie per portare alla luce le contraddizioni e le ombre della storia e della società contemporanea.
L’Eretico dell’Invisibile, dunque, è quel qualcuno che non si accontenta di sapere perché consapevole dell’importanza del "Sapere di non Sapere".

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