Tra i numerosi ossari italiani, quello di Custoza risulta uno tra i più suggestivi: nei pressi del Veronese, venne inaugurato nel giugno 1879.
“Nemici in vita, Morte li adeguò, pietà li raccolse“.
Così viene accolto il visitatore attento e curioso in questo ossario: nato il 24 giugno 1879 ed inaugurato da Amedeo di Savoia Duca D’Aosta, l’Ossario di Custoza ospita le ossa di soldati italiani ed austriaci deceduti tra il 1848 ed il 1866 durante le guerre d’indipendenza.
Fu proprio il Parroco del paese, don Gaetano Pivatelli (1832-1900) a volerne la costruzione così da poter prendersi cura perpetua dei resti mortali dei militi.
All’Architetto Giacomo Franco venne assegnato il progetto, divenuto poi finale di seguito ad un concorso nazionale scelto tra 82 progetti: a ben guardarlo da fuori, il piccolo tempio presenta una pianta ottagonale con un obelisco di 38 metri di altezza.
Ad oggi, risulta ovviamente essere il monumento principale per la memoria storica di Custoza.
Quando ci addentriamo per esplorarlo troviamo una cappella ed un altare e, accedendo al retro dello stesso, una scala ci porterà alla cripta dove sono accolte le ossa dei soldati dell’Esercito italiano e di quelli austriaci.
I resti sono stati rinvenuti di seguito ad una serie di scavi nel territorio circostante, così da poterli accumulare e riporre in un luogo a loro consono.
Si contano circa 1894 resti umani posizionati su delle mensole in pietra o in teche di vetro, tra scheletri riconosciuti ed altri invece totalmente anonimi.
E’ inoltre possibile accedere ad un punto panoramico da cui osservare il territorio circostante.
Nel 2018, per rendere ancora più ricco il complesso è stata realizzata una piccola dimora, nel retro del monumento dedicata alle esposizioni multimediali per consentire a tutti un’adeguata fruibilità e quindi inclusività.
