In Francia, precisamente a Nevers, è conservato uno tra i corpi incorrotti più importanti (e ben messi) del mondo.
Sono passati circa 130 anni, ed il corpo di Bernadette Soubirous sembra non volerne sapere del tempo che scorre: in una apposita teca di cristallo e cornici in legno, la sua salma è esposta proprio lì dove prestò servizio come suora.
Vestita con l’abito classico da devota, è stesa come stesse dormendo, in posizione e con espressione serena ed angelica: il volto e le mani risultano infatti perfettamente intatti e il mistero dietro questo perfetto stato conservativo continua a diramarsi tra i fedeli e i meno credenti.
La storia di Bernadette, vissuta nella Francia vittoriana, è legata ad una serie di avvenimenti che l’hanno vista protagonista di alcune apparizioni (circa 18) della Vergine Maria, meglio nota come Nostra Signora di Lourdes, nella grotta di Massabielle, ovvero al suo paese natale.
Le apparizioni, in cui le compariva una Signora di bianco vestita, erano inequivocabilmente legate alla figura di Maria: la prima avvenne l’11 febbraio 1858, mentre era insieme alla sorella e ad un’amica, che in realtà dissero di non aver visto nulla e nessuno.
L’apparizione di Lourdes ha fatto sì che venisse costruito un santuario nel sito della grotta ad oggi meta ambita di fedeli di ogni parte del mondo, per un totale di circa sei milioni annui!
Furono tutta una serie di miracolose guarigioni ad incrementare la fama di questa piccola devota: divenuta suora molto giovane, decise dunque di trasferirsi proprio a Lourdes nel convento delle suore a Nevers, ove morì nel 1879 di seguito alla contrazione della Tubercolosi.
Nata nel 1844, venne poi proclamata santa da Papa Pio XI nel 1933.
Ma è quando si parla della sua salma che inizia a crearsi un alone di mistero: il corpo, di seguito alla prima sepoltura – di circa 30 anni prima – venne esumato nel 1909, apparendo sin da subito in sublime stato conservativo: gli studiosi che ne analizzarono il corpo confermarono che il corpo non avesse seguito i processi tanatomorifici tipici di una qualunque salma.
Si rivelò, però, la presenza di una quantità piuttosto generosa di carbone forse attribuibile al lavaggio effettuato nella prima esumazione del corpo.
Fu forse sottoposta a pratiche di tanatoprassi o di mummificazione in stadio primitivo?
Nel 1919 venne effettuata la seconda esumazione che, differentemente dalla prima, rilevò segni di decomposizione in alcune zone piuttosto avanzata: le unghie della mani ben conservate ma molto mobili, l’epidermide ben aderente su alcune parti, ma il cranio presentava già la caduta dei capelli, così come le parti molle del viso cedute.
Si addita questo stato di conservazione piuttosto negativo al lavaggio, poco delicato, che le suore effettuarono.
Nel 1925 la terza esumazione, poichè era prevista l’esposizione del corpo ai fedeli: fu quindi necessario agire ricreando una maschera di cera così da coprire i segni – decisamente visibili – del volto.
Altra curiosità è legata alla conservazione del fegato di Bernadette: al momento del sezionamento dell’organo, gli studiosi hanno trovato la materia non indurita bensì morbida, sottolineando come questo fatto non sia per nulla normale.