E’ in questo maestoso castello, nel cuore dei Colli Euganei, che si aggira il fantasma di una Dama del ‘600.
Padova, Battaglia Terme. Per chi avesse modo di far visita al Veneto, non deve assolutamente sfuggire questo “piccolo” gioiello nato a partire dal XVI secolo.
Ci vennero “solo” tre anni per iniziare e finire i lavori, tra il 1570 ed il 1573 con una aggiunta nel XIX secolo per quanto concerne la parte più elevata del castello.
La sua particolarità non sta solo nelle dimensioni, di cui si contano ben 350 stanze, ma l’ambiente circostante che ne racchiude la raffinatezza artistica tra affreschi di G.B. Zelotti, natura e misteri riportati alla luce grazie a diversi restauri (di cui si ricordi l‘albero genealogico Obizzi affrescato nelle pareti interne)
Ad oggi utilizzato molto per cerimonie sontuose ed eventi importanti, il Catajo porta con sè la leggenda della Dama azzurra, invero il fantasma di Lucrezia Dondi dell’Orologio, moglie di Pio Enea II degli Obizzi.
Presso il castello è infatti conservata una pietra (ancora) insanguinata con cui si presume fosse stata assassinata Lucrezia, ancora vagante per le mura del Catajo in veste di fantasma.
Uccisa nella propria stanza da letto sembra che dietro al suo assassinio vi fosse un movente passionale: Attilio Pavanello, caro amico del figlio di Lucrezia, Roberto, vistosi rifiutare dalla donna decise di assassinarla senza pietà il 16 novembre 1654.
Fu un delitto efferato: Attilio la colpì con un rasoio lasciandola morire dissanguata e ritrovata, molto tempo dopo, dalla propria servitù ormai esanime.
La vendetta venne servita molto fredda anni dopo: il figlio più piccolo di Lucrezia, Ferdinando, 13 anni dopo trucidò infatti Attilio e decapitandolo con una spada.
Ad oggi il suo fantasma pare sia stato immortalato grazie a un team specializzato in tale tipo di indagini: se n’è immortalata una sagoma di figura femminile, notata ben più volte alle finestre del Castello.
Come sono state effettuate le indagini? Per mezzo di registrazioni magnetiche, fotografiche ed acustiche le quali avrebbero evidenziato un effettivo collegamento tra la leggenda di Lucrezia ed altre presenze, tra cui un uomo molto alto.