Quella di Barbablù risulta essere una delle fiabe più macabre e curiose, nonostante la finalità pedagogica nell’insegnare che..troppa curiosità possa far finire nei guai!
Non vi è mai alcuna banalità dietro le fiabe che sin da quando siamo piccini ci vengono raccontate.
Ogni fiaba infatti nasconde un percorso di crescita del protagonista attraverso le asperità che mano a mano si presentano nel corso della storia e alla cui fine si cela sempre un insegnamento etico e morale da cui attingere nel proprio quotidiano.
Rileggere una fiaba a distanza di anni, magari in età più matura, può aiutare ad apprezzare meglio certi racconti ed insegnamenti. Anche se spesso il finale di molte fiabe non è proprio tutto rosa e fiori!
Nello specifico, questa è la storia di Barbablù.
La fiaba comparve per la prima volta nel XVII secolo, grazie all’idea di Charles Perrault, autore di un testo dedicato interamente ad alcune tra le più famose fiabe nel mondo tra cui Cappuccetto Rosso, La bella addormentata, I racconti di mamma Oca, ma anche Il gatto con gli stivali e Cenerentola.
La Storia di Barbablù, contenuta proprio ne “I racconti di Mamma oca”, un testo del 1697, sembra in realtà fosse ispirata alla vera storia di Gilles de Rais, un nobile di origini francesi famoso per talune vicende che lo videro coinvolto in una serie di omicidi, torture, atti di lussuria e sacrifici umani (ovviamente resi più delicati nel racconto di Perrault) il quale venne poi condannato per tutti i suoi crimini e giustiziato.
Altresì si accosta la figura di Barbablù a quella di Enrico VIII che, come ben si sa, nel corso della sua vita ebbe ben sei mogli, di cui qualcuna venne addirittura condannata a morte.
Insomma vi troviamo un qualche fondo di verità a quanto pare, ma torniamo alla fiaba vera e propria.
Barbablù, un uomo molto ricco quanto cattivo, si era creato tale nomea in quanto personaggio misterioso e cupo: dopo aver sposato ben sei donne scomparse improvvisamente nel nulla, riuscì ad ottenere la mano di una giovane donzella figlia di una vicina.
Dopo averla sposata, dunque, le mise a disposizione l’intero podere tra cui anche il mazzo di chiavi che avrebbe aperto tutte le porte del castello.
Una sola raccomandazione le diede però: ogni stanza poteva essere da lei visitata, meno che una ed una soltanto, una stanza che aveva una chiave molto particolare rispetto alle altre.
Accadde che Barbablù dovesse assentarsi per motivi di lavoro dal castello, e..
Si sa, la curiosità è Donna.
La ragazza infatti, spinta da una curiosità quasi accecante, decise di aprire proprio quella stanza proibita.
Lo spettacolo che vi trovò fu alquanto sconcertante e macabro: sei corpi appesi su ganci da macellaio,la stanza ricoperta interamente di sangue, tra pavimento e pareti.
La ragazza, presa dallo sconforto e immobilizzata dalla paura, non si rese conto che la chiave le fosse caduta: prontamente tentò di pulirla, ma..non vi riuscì!
La chiave, quella chiave, era in realtà sotto un incantesimo, e ciò avrebbe svelato la disobbedienza della consorte a Barbablù che, una volta tornato, si rese effettivamente conto che la stanza era stata aperta.
Non poteva dunque rischiare che la consorte svelasse il suo segreto in giro ma, prima di ucciderla, le concesse del tempo in solitudine così che potesse pregare.
La giovane sfruttò questo tempo per andare a chiedere aiuto alla propria sorella, la quale riuscì a chiamare i due fratelli, valoroso combattenti, affinché potesse essere salvata e Barbablù scoperto.
Il finale fu piuttosto cruento ed estremo, infatti Barbablù venne ucciso brutalmente dai fratelli della giovane donna.
In realtà, chi ne giovò sicuramente fu lei, in quanto erede di tutte le ricchezze del nobile sanguinario.
Insomma, almeno lei visse felice e contenta.